La Stapelia è una pianta grassa appartenente alla famiglia delle Asclepiadaceae. Essa comprende una vastissima varietà (circa 60) e per lo più diffuse nelle zone calde come l’Africa Meridionale.
Si presenta come un insieme di fusti eretti dai quali partono delle piccole diramazioni, ognuna delle quali presenta dei tubercoli. Il colore è principalmente di un verde intenso, ma, in base alla varietà, il colore può tendere al rossiccio.

Stapelia Variegata, una delle più comuni.

La particolarità di queste piante, e anche il motivo per cui sono molto ricercare, è il fiore, che sboccia tra fine estate e inizio autunno. I colori sono molto particolari: dal porpora, all’amaranto al marrone con delle sfumature chiare e contrastanti che lo rendono veramente affascinante. Anche la forma è molto particolare e ricorda quello di una stella marina, con un grandezza che raggiunge ben i 40cm di diametro. La struttura interna è molto complessa e presenta anche consistenze diverse.

Mentre gli altri fiori sfruttano i colori e il profumo per attirare api e farfalle, i fiori della Stefalia si sono evoluti per attirare un unico tipo di insetti: quelli necrofagi (insetti che si nutrono unicamente di carne in decomposizione). Queste piante sono riuscite ad imitare perfettamente l’aspetto della carne putrefatta grazie a questo gioco di colori e consistenza, ma soprattutto grazie all’odore! Emanano, infatti, un classica puzza di putrido che attira questi insetti inebriandoli. Ovviamente, in base alla varietà l’odore sarà più o meno forte.
Grazie alla struttura complessa di questi fiori, una volta attirati, gli insetti necrofagi, soprattutto mosche della famiglia Calliphoridae, vengono intrappolati, e nel tentativo di liberarsi si ricoprono di polline che verrà depositato su un altro fiore. Si tratta dunque di una pianta entomofila, che sfrutta questi insetti per la sua impollinazione.

Molti botanici sono ancora alla ricerca degli “ingredienti” che compongono questo cocktail di odori nauseanti: per ora si è individuata la presenza di ammine biogene e composti organici dello zolfo.
Nonostante tutto, è una pianta molto fragile, in quanto è facilmente attaccata da parassiti come la cocciniglia farinosa.

Di Cecilia