Oggi vi propongo un testo scritto dal celebre astronomo Carl Sagan, letto da Reid Gower e accompagnato da immagini suggestive.

Eravamo cacciatori e raccoglitori.
La frontiera era ovunque: solo la Terra, l’oceano ed il cielo ci limitavano.

La strada aperta ci chiamava ancora dolcemente.
Il nostro piccolo globo terracqueo è la casa disordinata di queste centinaia, migliaia, milioni di mondi.
Noi, che nemmeno riusciamo a mettere ordine nel nostro pianeta, diviso da odi e rivalità, ci avventureremo nello spazio?
Nel tempo in cui avremo messo piede anche nel più vicino sistema solare, saremo cambiati.
Il semplice passaggio di così tante generazioni ci avrà cambiato.
La necessità ci avrà cambiato.
Siamo una specie adattabile:
non saremo noi a raggiungere una stella come Alpha Centuri e le altre stelle vicine:
sarà una specie molto simile alla nostra, ma con più punti di forza e meno debolezze.
Più fiduciosa, lungimirante, capace e prudente.
Con tutti i nostri fallimenti, limiti ed imperfezioni, noi umani siamo capaci di grandi cose.
Quali nuove meraviglie, che in questa generazione nemmeno sogniamo, avremo realizzato in una prossima generazione?
E in un’altra ancora?
Quanto sarà andata lontano la nostra specie nomade, alla fine del prossimo secolo?
E del prossimo millennio?
I nostri discendenti remoti, diffusi in molti mondi in tutto il sistema solare e oltre, saranno uniti dalla loro eredità comune, dalla reverenza per il loro pianeta di origine, e dalla conoscenza che, comunque siano le altre forma di vita, i soli umani in tutto l’Universo vengono dalla Terra.
Alzeranno gli occhi, si sforzeranno di guardare il piccolo punto blu, nei loro cieli, e si meraviglieranno di quanto fosse vulnerabile il custode del nostro potenziale.
Quanto pericolosa fu la nostra infanzia.
Quanto umili furono le nostre origini.
Quanti fiumi abbiamo dovuto attraversare,  prima di trovare la nostra strada.

Carl Sagan – The frontier is everywhere

Di Stefano