E’ risaputo che nel mondo le fonti di acqua dolce sono scarse e la maggior parte di queste non sono neanche potabili.
Ormai siamo nel 2013, siamo abituati ad avere l’acqua a casa, comprarla al supermercato o bere dalle fontanelle quando si è in giro.
Quest’acqua che noi beviamo ha ricevuto vari trattamenti di filtraggio e depurazione, per rimuovere impurità e batteri.

Tuttavia supponiamo di trovarci in mezzo al nulla, con una sete enorme e una pozzanghera di acqua stagnante. Quest’acqua si può bere ma c’è un’altissima probabilità di contrarre malattie varie, come la dissenteria.

In questa situazione si trovano da sempre i paesi in via di sviluppo.

Una soluzione, però, c’è.

Si chiama LifeStraw, dispositivo progettato nel 2005 dall’azienda svizzera Vestergaard Frandsen, sembra una cannuccia ma in realtà è un filtro portatile per l’acqua. Il dispositivo filtrante è inserito in un tubo di 31 cm di lunghezza e 3 cm e di diametro  in materiale plastico. Il meccanismo di filtrazione è esclusivamente di tipo fisico e si basa su un filtro a fibre cave, attraverso le quali possono passare solo particelle che abbiano un diametro minore di 15 micron.

Può arrivare a depurare fino a 1000 litri d’acqua, più che sufficienti per dissetare una persona in un anno. Rimuove il 99.9999% dei batteri  e il 99.9% dei parassiti.

Il LifeStraw Family, una versione più grande, disegnata per le famiglie, può filtrare anche il 99.99% dei virus e soddisfare il fabbisogno idrico per 3 anni di una famiglia di 5 persone.

Il suo prezzo si aggira intorno ai 20 dollari americani. Una cifra irrisoria, rispetto alla quantità di acqua che è in grado di filtrare.

Distribuendo il LifeStraw in tutto il mondo non ci sarà più il problema della scarsità di acqua potabile, salvando così la vita di milioni e milioni di persone.

Di Stefano