Scoperta rivoluzionaria: il Cannabidiolo (CBD) trovato in una pianta comune brasiliana

Un gruppo di ricercatori brasiliani ha recentemente compiuto una scoperta che potrebbe rivoluzionare il panorama della produzione di cannabidiolo (CBD): la presenza di questo composto è stata identificata nei frutti e nei fiori della Trema micrantha blume, un arbusto diffuso in tutto il Brasile e spesso considerato un’erbaccia.

Trema micrantha

La Trema micrantha, nota anche come “pau-pólvora” o “periquiteiro” in Brasile, è una pianta tropicale appartenente alla famiglia delle Cannabaceae, la stessa della cannabis. Recentemente, ha attirato l’attenzione della comunità scientifica per la scoperta della presenza di cannabidiolo (CBD) nei suoi frutti e fiori, senza tracce di tetraidrocannabinolo (THC), il composto psicoattivo tipico della cannabis.

La Trema micrantha è un albero o arbusto di piccole e medie dimensioni, che può raggiungere un’altezza di 5-20 metri. Presenta foglie semplici, lanceolate o ovali, con margini seghettati e una superficie superiore ruvida. I fiori, piccoli e poco appariscenti, sono riuniti in infiorescenze ascellari o terminali. I frutti sono drupe carnose di colore rosso-arancio quando maturi, molto apprezzate dalla fauna locale, in particolare dagli uccelli frugivori, che ne facilitano la dispersione dei semi.

Originaria delle regioni tropicali e subtropicali delle Americhe, la Trema micrantha è diffusa dal sud degli Stati Uniti fino all’Argentina, comprese le isole dei Caraibi. Predilige ambienti aperti, margini forestali e aree disturbate, dimostrando una notevole capacità di adattamento a diversi tipi di suolo e condizioni ambientali, purché non eccessivamente umidi.

Nella medicina popolare brasiliana, le foglie della Trema micrantha sono utilizzate per trattare eruzioni cutanee, grazie alle loro proprietà analgesiche. Le comunità indigene, come i caiçaras, impiegano i frutti per alleviare il mal di denti e trattare condizioni come l’itterizia e le emorroidi.

Scoperta del CBD e implicazioni future

La recente identificazione del CBD nei frutti e fiori della Trema micrantha da parte di un team di ricercatori dell’Università Federale di Rio de Janeiro apre nuove prospettive per la produzione di questo composto. Essendo priva di THC, la pianta potrebbe rappresentare una fonte legale e accessibile di CBD in paesi dove la cannabis è soggetta a restrizioni, incluso il Brasile, dove la cannabis rimane illegale a livello federale.

Il CBD è noto per le sue potenziali proprietà terapeutiche, utilizzato in trattamenti per l’epilessia, il dolore cronico e l’ansia. A differenza del tetraidrocannabinolo (THC), il CBD non ha effetti psicoattivi.

Il team di ricerca, guidato dal biologo molecolare Rodrigo Moura Neto dell’Università Federale di Rio de Janeiro, ha ricevuto un finanziamento di 500.000 real brasiliani (circa 104.000 dollari USA) dal governo brasiliano per approfondire lo studio. Gli obiettivi includono l’identificazione dei metodi più efficaci per l’estrazione del CBD dalla Trema micrantha e la valutazione della sua efficacia terapeutica rispetto al CBD derivato dalla cannabis.

Sebbene la concentrazione di CBD nella Trema micrantha sia inferiore rispetto alla cannabis, la sua abbondanza e la facilità di coltivazione potrebbero renderla una fonte economica e sostenibile. Inoltre, la sua crescita spontanea in diverse regioni del Brasile la rende una candidata ideale per la produzione su larga scala, con potenziali benefici ambientali rispetto alla coltivazione intensiva della cannabis.
La quantità di CBD estratta dalle foglie della Trema micrantha è di soli 5 µg/g, mentre nella Cannabis sativa può arrivare fino a 473 µg/g, circa 100 volte di più.

Secondo lo studio, al momento “non è realistico considerare la Trema micrantha come una fonte alternativa ai livelli di cannabinoidi ottenibili dalla cannabis.” Tuttavia, i ricercatori sottolineano che la vera sfida è migliorare i metodi di estrazione e di coltivazione, esplorando anche la possibilità di selezionare o modificare geneticamente la pianta per aumentare la resa.

Questa scoperta apre nuove prospettive per la produzione e l’utilizzo del CBD, offrendo una fonte legale e accessibile che potrebbe facilitare la ricerca scientifica e l’accesso a trattamenti terapeutici in paesi con restrizioni sull’uso della cannabis.

Ulteriori ricerche saranno fondamentali per comprendere appieno le applicazioni terapeutiche del CBD estratto da questa pianta e per valutare la sua sostenibilità come fonte alternativa al CBD derivato dalla cannabis.

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