Fare attività fisica influenza positivamente diversi apparati del nostro corpo.
SULLE OSSA:

  • Stimola lo sviluppo in lunghezza: favorisce la produzione di nuove cellule, contribuendo così alla crescita della statura (che però legata anche ad altri fattori quali l’ereditarietà, alimentazione, l’igiene ecc.).
  • Favorisce una migliore nutrizione: il movimento, infatti, aumenta la circolazione sanguigna con un conseguente maggiore apporto di calcio, indispensabile alla nutrizione del tessuto.
  • Aumenta la resistenza e la robustezza: le ossa di chi compie un’intensa attività motoria hanno linee e protuberanze molto più marcate rispetto a quelle di chi non svolge nessuna attività. Infatti è dimostrato che le trazioni esercitate dai muscoli in movimento sulle ossa ne stimolano lo sviluppo in spessore e in larghezza.

SULLE ARTICOLAZIONI:

  • Irrobustisce le capsule articolari: il movimento rende più forti le nostre articolazioni contro distorsioni e lussazioni, agendo sui muscoli interessati e sui legamenti.
  • Conserva la mobilità fisiologica: è necessario, per mantenere mobili le articolazioni, utilizzarle al massimo della loro potenzialità. Se le articolazioni rimangono immobili a lungo (traumi, ingessature ecc.) il recupero della loro mobilità è a volte lento e doloroso e richiede l’utilizzo di particolari forme di movimento (rieducazione).

SUI MUSCOLI:

  • Aumenta la sezione trasversale totale: il muscolo, se deve lavorare per vincere delle resistenze, diventa più grosso e quindi aumenta la sua forza (ipertrofia). Se viene scarsamente utilizzato perde in volume, lasciando spazio agli strati adiposi o evidenziando l’osso.
  • Varia la forma: il muscolo cambia la sua forma e la sua lunghezza in base al lavoro a cui è sottoposto. Se il lavoro richiede il massimo allungamento, il suo ventre assume una forma allungata; se l’esercizio richiede accorciamento incompleto, il muscolo si sviluppa in modo più tozzo e corto (esempio tipico è il polpaccio del ciclista).
  • Aumenta la capacità di sostenere sforzi prolungati: quando si sottopone il muscolo a un lavoro di blanda intensità, ma di lunga durata, avviene un aumento della sua capillarizzazione (cresce il numero dei canali che portano l’ossigeno) per cui, arrivando più ossigeno alle fibre, il muscolo resiste meglio al lavoro.
  • Incrementa i legami fosforici ricchi di energia: l’allenamento aumenta il deposito di sostanze energetiche, soprattutto il deposito di glicogeno, da cui deriva il glucosio, necessario per la contrazione muscolare.
  • Migliora la trasmissione degli stimoli nervosi: la ripetizione degli esercizi rende più rapida e precisa la trasmissione degli stimoli nervosi dal cervello ai muscoli, con una generale diminuzione del tempo di reazione (maggior volontà) e del tempo di latenza e coordinazione.
  • Facilita lo smaltimento dell’acido lattico.

SULLA RESPIRAZIONE:

  • Abbassa la frequenza respiratoria: nei soggetti che fanno attività motoria e sportiva la quantità di aria inspirata (ventilazione polmonare) in un minuto, a riposo, è più bassa che in soggetti non allenati. Questo dimostra che nel ragazzo che pratica attività motorie si instaura una migliore economia respiratoria, dovuta a una maggiore capacità di trasporto del sangue, che porta a un’ottima utilizzazione dell’ossigeno nei tessuti.
  • Aumenta la capacità vitale: il ragazzo allenato ha una capacità vitale superiore rispetto a un ragazzo sedentario, perché l’esercizio fisico (soprattutto di resistenza) costituisce una ginnastica respiratoria, migliorando la mobilità della gabbia toracica e potenziando tutto l’apparato muscolare respiratorio (diaframma, struttura scapolare, polmoni…).
  • Riduce i tempi di recupero: chi è allenato è in grado di recuperare velocemente il ritmo della propria respirazione a valori normali dopo uno sforzo.
  • Aumenta il tempo di apnea: la capacità di sospendere la respirazione volontariamente per un periodo di tempo si potenzia con l’allenamento e permette al soggetto allenato di rimanere in apnea sino a un minuto (a secco).

SULL’APPARATO CARDIOVASCOLARE:

  • Aumenta il volume e lo spessore delle pareti del cuore: precisamente, produce una maggior dilatazione e un maggior ispessimento delle pareti dei ventricoli (ipertrofia del miocardio o cuore da atleta).
  • Aumenta la gittata sistolica: si accrescono il volume delle cavità interne e la forza muscolare, il cuore può pompare più sangue a ogni sistole. Ricordiamo che la gittata sistolica è uguale alla quantità di sangue espulsa a ogni contrazione del cuore.
  • Migliora la capacità di trasporto dell’ossigeno: in molti atleti aumentano i globuli rossi e il numero delle piastrine e diminuisce, quindi, il tempo di coagulazione del sangue.
  • Riduce il numero delle pulsazioni (bradicardia): i soggetti allenati, a parità di lavoro, raggiungono valori numerici inferiori ai non allenati: ciò dimostra una maggior economia di lavoro del sistema cardiocircolatorio che si manifesta già dopo poche settimane di allenamento. I soggetti abituati in modo costante alla pratica dell’attività motoria tollerano carichi di lavoro maggiori rispetto ai sedentari e raggiungono valori anche superiori ai 200 battiti al minuto.
  • Riduce i tempi di recupero: il ragazzo abituato al lavoro fisico torna velocemente al ritmo cardiaco di riposo. La frequenza cardiaca a riposo negli atleti allenati nella specialità della resistenza raggiunge valori intorno ai 36-40 battiti al minuto.
  • Aumenta la capillarizzazione del cuore: il cuore di chi svolge attività motoria migliora le sue condizioni di nutrizione e irrorazione con l’aumento del numero dei capillari.
  • Facilita il ritorno del sangue al cuore: il movimento richiama il sangue nei muscoli impegnati, che con la loro contrazione spremono le vene e convogliano il sangue verso il cuore.

SUL SISTEMA NERVOSO:

Il movimento provoca anche profondi cambiamenti sul sistema nervoso, che influiscono sulle funzioni organiche e migliorano il livello motorio del soggetto.

  • Affina le funzioni degli organi di senso: migliora la qualità delle informazioni, il meccanismo di trasmissione degli stimoli e lo sviluppo degli automatismi.
  • Diminuisce i tempi di recupero dopo uno sforzo, grazie all’azione del movimento sul sistema parasimpatico
  • Produce una maggiore economia delle funzioni dell’organismo a riposo, dovuta alla regolazione vagotonica.

L’attività fisica aiuta anche nella memoria.

Per far si che questi benefici abbiano effetto, è meglio sapere che: l’esercizio fisico deve essere costante perché esso è uno stile di vita; Non è mai troppo tardi per iniziare un programma di esercizi; L’intensità e la durata dell’esercizio sono proporzionali al grado di miglioramento; E’ necessario aumentare con gradualità la quantità di lavoro e l’intensità dell’impegno per non incorrere in borsiti, strappi muscolari, fratture da stress… Se interrompi l’attività per un paio di settimane, si vanificano i benefici ottenuti.

Di Raffo

Ciao a tutti, mi chiamo Raffaele Cocomazzi e sono il cofondatore di BMScience. Sono appassionato di Scienza, Medicina, Chimica e Tecnologia. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Foggia e attualmente specializzando in Medicina Nucleare presso l'Alma Mater Studiorum (Università di Bologna). Per contattarmi o maggiori informazioni seguimi sui vari social.