Viene chiamata insufficienza renale lo stato patologico nel quale i reni sono incapaci di compiere le loro funzioni di eliminazione dei prodotti di scarto, di regolare il mezzo interno (spazio extracellulare, intravascolare e interstiziale) e di sintetizzare sostanze (eritropoietina, vitamina D attiva e renina).

Il concetto di insufficienza renale è un concetto funzionale, non anatomico. Questo significa che anche se i reni sono patologici (per esempio, con cisti), non necessariamente si ha insufficienza renale. Inoltre, molte volte è presente insufficienza renale anche in reni che sono normali.

L’insufficienza renale globale può stabilirsi di forma acuta in reni inizialmente sani, oppure svilupparsi lentamente, in forma cronica, nelle nefropatie evolutive che riducono progressivamente il numero di nefroni funzionanti.

L’insufficienza renale acuta rimane un’entità con un alto carico di morbilità e mortalità. Circa il 20% dei pazienti ospedalizzati sviluppa un’insufficienza renale acuta. Addirittura i pazienti critici in terapia intensiva hanno un’incidenza del 50%.
E’ la causa più frequente di consulta nefrologica, insieme alla presenza di proteinuria e ipertensione.

L’insufficienza renale è una sindrome clinica secondaria a diverse eziologie e caratterizzata da:

  • riduzione repentina della filtrazione glomerulare, nel giro di ore o giorni (che la differenzia dalla cronica), che dà origine a ritenzione dei prodotti azotati di scarto (azotemia);
  • alterazione dell’omeostasi del mezzo interno dando luogo a acidosi metabolica, alterazioni del sodio, potassio, ecc.
  • diminuzione della quantità di urina eliminata (oliguria: quando l’urina giornaliera è al di sotto di 400 ml. Se al di sotto di 100 ml si parla di anuria), anche se non avviene sempre.

Il quadro clinico è di solito reversibile quando viene eliminata la causa scatenante. Tuttavia alcuni casi possono evolvere in quadri cronici, specialmente se si hanno precedenti di malattia renale cronica, e questo può causare persino la morte dell’individuo.

L’insufficienza renale acuta è una sindrome clinica definita (secondo KDIGO 2o12) come un aumento della concentrazione di creatinina sierica uguale o superiore di 0,3 mg/dl in 48 ore, oppure un aumento superiore a 1,5 volte negli ultimi 7 giorni, o una diuresi <0,5 ml/kg/h in 6 ore. Entrambi i reni sono colpiti.
Il calcolo del filtrato glomerulare non è utile nell’insufficienza renale acuta, mentre lo è nella cronica.

StadioCreatinina nel sangueDiuresi
1Aumento di 1,5-1,9 volte rispetto alla concentrazione basale o creatininemia ≥ 0,3 mg/dl (≥ 26,5 µmol/l)< 0,5 ml/kg/h tra 6-12 h
2Aumento di 2,0-2,9 volte rispetto alla concentrazione basale< 0,5 ml/kg/h in un tempo ≥ 12 h
3Aumento di 3 volte rispetto alla concentrazione basale o creatininemia ≥ 4,0 mg/dl (≥ 353,6 µmol/l) o inizio della terapia sostitutiva renale< 0,3 ml/kg/h in un tempo ≥ 24 h
o anuria in un tempo ≥ 12 h

Affinché il rene eserciti le sue funzioni è necessaria l’integrità di tre funzionalità:

  • perfusione renale sufficiente;
  • integrità anatomica e funzionale del parenchima renale;
  • vie urinarie libere.

A seconda di quale di queste tre condizioni viene meno, è possibile classificare l’insufficienza renale acuta in 3 categorie:

Per quanto riguarda le principali cause dell’insufficienza renale acuta, la più comune è quella prerenale, relazionata ad un deficit dell’apporto di flusso sanguigno ai reni tramite le arterie renali (problemi vascolari e pressori). La causa principale di insufficienza renale intrinseca è una lesione delle cellule tubulari (necrosi tubulare acuta).

Fonte: Minerva Manuale di nefrologia.

Di Raffo

Ciao a tutti, mi chiamo Raffaele Cocomazzi e sono il cofondatore di BMScience. Sono appassionato di Scienza, Medicina, Chimica e Tecnologia. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Foggia e attualmente specializzando in Medicina Nucleare presso l'Alma Mater Studiorum (Università di Bologna). Per contattarmi o maggiori informazioni seguimi sui vari social.