Nelle piante, la linfa è trasportata dalle radici alle foglie attraverso lo xilema, un tessuto conduttore di acqua, costituito da cellule morte che hanno perso il citoplasma.

Grazie al fenomeno della capillarità, la linfa può risalire fino al massimo di 1,5 metri, ma dato che gli alberi crescono fino a decine di metri, la capillarità non è sufficiente a spiegare la risalita della linfa fino a quote così alte.
L’involucro esterno delle radici, costituito di xilema, è una membrana semipermeabile, attraverso cui l’acqua può passare.

Se la concentrazione C delle sostanze disciolte nella linfa è maggiore di quella che si trova nell’H2O del terreno, si ha un assorbimento di H2O per osmosi da parte delle radici e questa H2O assorbita spingerà la linfa verso l’alto.

L’altezza massima h raggiunta dalla linfa dipende dalla pressione osmotica π:

dove ρ è la densità della linfa e g è lo costante di gravitazione universale.

Per esempio se l’albero è alto 30 m, la π richiesta risulta essere di 3 atm.

A questa pressione, dall’equazione di stato delle soluzioni diluite π V = δ n R T corrisponde (con δ = 1) una concentrazione:

Questa C = 0,14 moli/l è un valore verosimile della concentrazione di zuccheri nella linfa degli alberi, specie in primavera quando le radici hanno una elevata concentrazione di zucchero accumulata durante l’estate precedente.

Fonte: Fisica biomedica.

Di Raffo

Ciao a tutti, mi chiamo Raffaele Cocomazzi e sono il cofondatore di BMScience. Sono appassionato di Scienza, Medicina, Chimica e Tecnologia. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Foggia e attualmente specializzando in Medicina Nucleare presso l'Alma Mater Studiorum (Università di Bologna). Per contattarmi o maggiori informazioni seguimi sui vari social.