Il termine glomerulopatia o glomerulonefrite si riferisce ad un insieme di malattie caratterizzate dalla perdita della funzione normale del glomerulo renale. Tuttavia tra i due termini esistono delle differenze.
La funzione del glomerulo che di solito viene colpita da queste patologie è l’adeguata filtrazione glomerulare, per cui nel processo di filtrazione è possibile perdere tramite le urine elementi corpuscolati (emazie e leucociti) e macromolecole (proteine) circolanti necessari per l’individuo.
Le glomerulonefriti o glomerulopatie possono quindi essere definite come un congiunto di malattie caratterizzate dalla presenza di elementi corpuscolati e macromolecole nell’urina, con gradi variabili di insufficienza renale.

La denominazione “glomerulonefrite“, molto più utilizzata rispetto a “glomerulopatia”, si riferisce esplicitamente alla presenza di fenomeni infiammatori con tutte le alterazioni morfologiche tipiche dell’infiammazione. Tuttavia, non sempre sono evidenti le alterazioni anatomopatologiche compatibili con questo processo a livello glomerulare.
In passato si pensava che tutto ciò che alterava le funzioni glomerulari erano processi infiammatori, al giorno d’oggi sappiamo che non è così, esistono glomerulopatie non a carattere infiammatorio, per questo sarebbe meglio utilizzare il termine glomerulopatia al posto di glomerulonefrite.

A seconda dell’evoluzione è possibile classificare le glomerulopatie in:

  • acuta: inizia in un preciso momento e di abitualmente con sintomi evidenti. Di solito si presenta con ematuria, a volte proteinuria, edemi, ipertensione arteriosa e insufficienza renale.
  • subacuta: è solita avere un esordio meno chiaro e con un deterioramento della funzione renale progressivo nel giro di settimane o mesi, non tende a migliorare;
  • cronica: indipendentemente dall’esordio tende a cronicizzare nel giro di anni. Di solito si presenta con ematuria, proteinuria, ipertensione arteriosa e insufficienza renale ad evoluzione variabile con il passare degli anni, con una tendenza a progredire una volta instaurato il danno;

A seconda dell’eziologia è invece possibile distinguere la glomerulopatia primaria, quando la causa è un problema renale, e la glomerulopatia secondaria, quando è causata da un problema sistemico che si ripercuote a livello renale.

In base al numero di glomeruli affetti distinguiamo la glomerulopatia diffusa, in cui vengono colpiti più del 50% dei glomeruli del rene e la glomerulopatia focale, in cui sono coinvolti meno del 50% dei glomeruli.

In base alla distribuzione della lesione in ogni glomerulo è invece possibile distinguere la glomerulopatia globale, che colpisce più del 50% del glomerulo, dalla glomerulopatia segmentaria, che affetta meno del 50% del glomerulo.

A seconda dell’istologia classifichiamo le glomerulonefriti in:

  • glomerulonefriti proliferative in cui si ha un aumento del numero di alcune cellule glomerulari:
    • glomerulonefrite mesangiale: glomerulonefrite mesangiale IgA, glomerulonefrite mesangiale IgM;
    • glomerulonefrite membrano-proliferativa o mesangiocapillare;
    • glomerulonefrite post-streptococcica (post-infettiva) o endocapillare diffusa;
    • glomerulonefrite extracapillare (epitelio di rivestimento).
  • glomerulonefriti non proliferative in cui non si ha un aumento del numero delle cellule dei glomeruli:
    • glomerulopatia a lesioni minime, che è possibile vedere solo al microscopio elettronico;
    • glomerulosclerosi segmentaria e focale (ialinosi segmentaria e focale);
    • glomerulonefrite membranosa o extramembranosa.

Per la clinica è possibile distinguere glomerulopatie con:

  • alterazioni urinarie asintomatiche, che analiticamente si manifestano con ematuria microscopica e/o proteinuria che non supera mai i 3 grammi al giorno;
  • ematuria macroscopica, in cui sono presenti periodi di ematuria macroscopica senza coaguli che tipicamente possono coincidere con infezioni intercorrenti. Tra i periodi di ematuria macroscopica il soggetto è di solito asintomatico, ma può persistere ematuria microscopica e/o proteinuria lieve-moderata. Si associa di più alle glomerulonefriti mesangiali;
  • sindrome nefrosica;
  • sindrome nefritica;
  • glomerulonefrite rapidamente progressiva, caratterizzata dalla comparsa graduale di proteinuria, ematuria e insufficienza renale che progredisce nel giro di giorni o settimane;
  • glomerulonefrite cronica, caratterizzata da anomalie urinarie persistenti (ematuria microscopica), perdita lenta e progressiva della funzione renale e proteinuria moderata o intensa. Il tempo di progressione verso l’insufficienza renale terminale è variabile.

Fonte: Minerva Manuale di nefrologia.

Di Raffo

Ciao a tutti, mi chiamo Raffaele Cocomazzi e sono il cofondatore di BMScience. Sono appassionato di Scienza, Medicina, Chimica e Tecnologia. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Foggia e attualmente specializzando in Medicina Nucleare presso l'Alma Mater Studiorum (Università di Bologna). Per contattarmi o maggiori informazioni seguimi sui vari social.