Le sensopercezioni rappresentano un complesso sistema che consente l’interazione tra individuo e ambiente esterno, infatti, gli organi di senso ricevono continuamente dall’ambiente esterno vari stimoli che vengono filtrati e organizzati costituendo le sensazioni o stimoli sensoriali che sono trasmesse alle aree cerebrali corticali e sotto-corticali dove vengono rielaborate, ottenendo la percezione che consente l’interazione tra soggetto e ambiente esterno.

La percezione è il risultato finale di una complessa attività organizzativa ed integrativa degli eccitamenti provenienti dalla stimolazione degli organi periferici di senso. In questo processo le sensazioni vengono elaborate attraverso funzioni di diversa natura (memoria, affettività, intelligenza) e integrate in modo da consentire la conoscenza della realtà interna ed esterna.

La sensazione è un qualsiasi stimolo che raggiunge gli organi sensoriali (“esco dal portone e vedo una luce nel cielo”), a differenza di una percezione, c’è il riconoscimento dello stimolo sensoriale (“esco dal portone, vedo una luce nel cielo e riconosco che è un lampo”). La differenza sta nel riconoscimento, funzione che prevede l’attivazione di una serie di aree corticali diverse.

Quindi, nella percezione, noi riconosciamo quel determinato stimolo che raggiunge i nostri organi sensoriali (sensazione) grazie alle aree associative del cervello. Per poter dire che quello è un lampo, devi aver avuto delle esperienze precedenti di lampi, codificando quello stimolo tra i lampi fino a dire “quello è un lampo”.

Ci possono essere dei disturbi della senso-percezione, sia di natura organica (pensate a quante lesioni delle vie nervose possono alterare la senso-percezione: traumi midollari che interrompono le vie dolorifiche e termiche) che di natura funzionale. In questo ultimo caso vi sono influenze dall’affettività e dalle funzioni cognitive, intellettive e mnesiche. I disturbi della senso-percezione vengono distinti in disturbi qualitativi e quantitativi.

I disturbi della senso-percezione quantitativi comprendono:

  • Iperestesia: si può verificare in un’intossicazione da cocaina o anfetamine, in cui il flusso delle senso-percezioni è aumentato.
  • Ipoestesia: rallentamento del flusso delle senso-percezioni, es. nel corso di una depressione.

I disturbi della senso-percezione qualitativi comprendono:

  • Alterazioni della percezione degli stimoli:
    • Eritropsia: alterata percezione del colore degli oggetti che appaiono improvvisamente colorati in rosso (nonostante le vie sensoriali siano integre).
    • Xantopsia: gli oggetti appaiono colorati in giallo (nonostante le vie sensoriali siano integre).
    • Micropsia: alterata percezione delle dimensioni degli oggetti che appaiono più piccoli della loro dimensione reale (nonostante le vie sensoriali siano integre).
    • Macropsia: gli oggetti appaiono più grandi della loro dimensione reale (nonostante le vie sensoriali siano integre).
  • Alterazioni della percezione non allucinatorie, che, a differenza delle allucinazioni vere e proprie, si possono riscontrare sia in condizioni normali che patologiche:
    • Rappresentazione: il paziente rivive a livello mentale un’esperienza del passato in assenza degli stimoli sensoriali che l’avevano evocata, ma può essere favorita dalla presenza di forti emozioni.
    • Allucinosi: percezione allucinatoria di cui il soggetto è in grado di riconoscere la natura patologica non accettandola come percezione reale, in genere è correlata a patologie organiche del SNC come le lesioni del tronco dell’encefalo e lesioni temporo-occipitali.
    • Illusione: percezione distorta di un oggetto esistente (ad esempio un rumore viene percepito come un suono di un campanello, oppure vedo un attaccapanni e penso che sia una scultura), che può essere corretta più o meno rapidamente con passaggio ad una percezione corretta della realtà. L’illusione può essere causata da allucinogeni, delirium…
    • Pareidolia: tendenza a trovare strutture ordinate e forme familiari in immagini disordinate (vedere un volto o un animale in una nuvola).
    • Pseudoallucinazioni: riguardano i propri organi interni, si percepiscono in movimento o alterati (es. paziente che riferisce che il suo intestino sia marcito o che il cervello si muova nella scatola cranica).
  • Allucinazioni: false percezioni o percezioni con carattere di corporalità di un oggetto non presente, non criticate dal paziente, cioè percepisce un oggetto inesistente, ma secondo lui sono percezioni o esperienze reali, perfettamente congrue.

Le allucinazioni si classificano in base all’ambito sensoriale interessato in:

  • Allucinazioni uditive: sono le più frequenti in psichiatria, tipiche della schizofrenia (o disturbi psicotici correlati alla schizofrenia, come la paranoia), in cui il paziente sente delle voci sussurrate ma comprensibili di soggetti sconosciuti o conosciuti, Tra le allucinazioni uditive trovate, quelle che vengono definite come sintomi di primo ordine secondo Schneider sono:
    • Commento sonoro degli atti: il paziente sente una voce, o più voci, che commentano i suoi comportamenti.
    • Colloquio di voci: il paziente sente voci che parlano tra di loro e si altera, perché dà fastidio. Spesso non interagisce con le voci, a differenza di quanto accade nella reazione all’allucinazione in cui il paziente parla con le voci offrendo così al medico un segno obiettivo. Le voci possono essere minacciose e il paziente di conseguenza si angoscia. La persona crede alle voci, si comporta di conseguenza, va loro dietro.
    • Eco del pensiero: è una fastidiosissima condizione nella quale il paziente ha un’idea, un pensiero e sente un pezzettino ripetuto (una sillaba di una parola). Il paziente riesce a fare distinzione tra il suo pensiero e la voce che lo riprende.
    • Allucinazioni imperative: il paziente fa esattamente quello che la voce dice di fare: l’allucinazione ti dà un ordine e tu lo esegui e purtroppo molto spesso è un ordine auto o eteroaggressivo. Sono pericolose perché sono quelle responsabili in molti casi del suicidio o suicidio allargato (ci si ammazza e si ammazzano anche i propri figli per salvarsi da qualche minaccia).
  • Allucinazioni visive: sono abbastanza frequenti in psicopatologia, non così frequenti come le uditive e non così infrequenti come le cinestesiche, tattili, ecc.
    Sono di solito espressione di disturbi post-alcolici o encefalopatie su base organico-degenerativa. Si possono avere nel deliriumtremens che si verifica in pazienti in uno stato di intossicazione cronica da sostanze alcoliche quando, a un certo punto, vanno incontro a uno stress psicofisico (freddo intenso, stato febbrile importante) o alla sospensione brusca dell’alcol, che accende lo stato di delirium. È uno stato di confusione acuto molto grave, caratterizzato da alterazione dello stato di coscienza (vigilanza alterata) e la persona va incontro a disorientamento spazio-temporale, ad allucinazioni spesso terrifiche e a dispercezioni di vario tipo come micropsie, macropsie, ecc. Inoltre, il paziente presenta tremore, alterazioni metaboliche e dell’equilibrio idro-elettrolitico. Ha prognosi estremamente variabile: può rientrare completamente, può risolversi completamente, ma il più delle volte, se non preso per tempo, può portare a exitus. In alcuni casi fa esplodere un quadro di demenza sottostante: dopo la fase acuta, il paziente svela la demenza che persiste.
    Le allucinazioni visive si dividono in:
    • Zooptiche: si dispercepiscono gli oggetti che diventano animali.
    • Autoscopiche: in cui si vedono pezzi di se stessi fuori dal corpo.
    • Dismegalopsiche: alterazioni in cui degli oggetti allucinati vengono alterati nella propria grandezza (micro e macropsie).
  • Allucinazioni olfattive e gustative: caratterizzate dalla percezione di odori o sapori disgustosi. Interessano soggetti affetti da disturbi schizofrenici in un contesto delirante, crisi parziali complesse nell’epilessia temporale o in tumori a carico del lobo temporale, che possono esordire in questo modo.
    Le allucinazioni gustative possono causare deliri di veneficio, cioè la convinzione errata di poter essere avvelenati, soprattutto da parenti e rifiutano il cibo per questo motivo.
  • Allucinazioni cinestetiche o somatiche: rappresentate da sensazioni di caldo o freddo (allucinazioni termiche), sensazioni di bagnato (allucinazioni idriche), sensazione di essere toccato (allucinazioni tattili), sensazione di scossa elettrica sul corpo (allucinazioni aptiche), oppure il paziente ha una percezione sbagliata del proprio corpo, ad esempio corpo di pietra o vetro, arti più lunghi o contorti oppure percepisce movimenti allucinatori del corpo. Le dispercezioni possono essere a carico di organi esterni come la cute, o organi interni, dando l’impressione al paziente che, per esempio, qualcosa stia spingendo sull’intestino.
  • Allucinazioni sessuali: allucinazioni tattili/cinestesiche a cario dei propri organi sessuali (la persona si sente toccata a livello dei propri organi sessuali).
  • Allucinazioni extracampali: allucinazioni al di fuori del proprio campo senso-percettivo (es. una signora che riferisce di sentire voci dall’8° piano e abita al 4°).
  • Forme negative: esiste un organo di senso che viene stimolato, ma lo dispercepisco negativamente (non lo vedo, non o sento), sebbene gli organi di senso siano integri.
  • Allucinazioni ipnagogiche/ipnopompiche: allucinazioni fisiologiche che precedono (fase di addormentamento) e seguono (fase di risveglio) il sonno REM. Ci si sente toccare, chiamare, ecc. Nel primo caso sono chiamate ipnagogiche, nel secondo ipnopompiche.

NB: nei disturbi delle senso-percezioni, il paziente ha poco “insight”, non ha coscienza di ciò che sta accadendo, coscienza di malattia. Un paziente, alla lunga però, capisce il problema grazie alle nuove terapie e alla psicoeducazione. Inizialmente, vanno dal medico per l’angoscia che deriva dalle voci, non per le voci in sé.

In base al tipo di percepito allucinatorio, le allucinazioni si distinguono in:

  • Elementari: stimoli sensoriali molto banali e semplici che riguardano un solo canale sensoriale es. la persona sente un fruscio o un rumore.
  • Complesse: le dispercezioni sono molto più strutturate e complesse. Il fruscio è diventato una voce che dice determinate parole e spesso si può avere addirittura interessamento di più canali sensoriali. Questo è molto comune negli adolescenti che stanno diventando schizofrenici e raccontano di sentire dei fruscii e molto spesso si recano dall’otorino. Poi, passa qualche mese e quel fruscio diventa una voce.

La distinzione tra allucinazione elementare e complessa si nota bene nella fase iniziale della schizofrenia, quando la dispercezione da semplice diventa più strutturata (fruscio>voce).

Le allucinazioni si classificano inoltre in base alla modalità di insorgenza in:

  • Funzionale: percezione allucinatoria che insorge solo quando la struttura sensoriale interessata è in attività in quel momento, quindi è atta a recepire stimoli sensoriali.
  • Riflessa: percezione allucinatoria nell’ambito di un determinato organo di senso che si verifica quando esiste una stimolazione di una struttura sensoriale sensitiva differente.

Si è cercato di spiegare e studiare l’allucinazione in molti modi: risonanza magnetica funzionale, alterazione di alcuni potenziali evocati nell’apprendimento di certi stimoli sensoriali.
Gli psicodinamisti (coloro che credono a ipotesi psicologiche per spiegare le malattie mentali) hanno attribuito alle allucinazioni esclusivamente la formulazione mentale di pulsioni interne. Una vera teoria eziopatogenetica non c’è ancora. Tra le ipotesi eziopatogenetiche abbiamo:

  • Teorie fisiogene: fenomeni di eccitamento o irritativi “antidromici” delle aree e vie centrali e periferiche della sensorialità.
  • Ipotesi psicodinamiche: proiezione in senso centrifugo di contenuti affettivi e pulsionali inconsci intollerabili e repressi o desiderati ed irrealizzabili.

Ci sono molte situazioni patologiche che determinano alterazioni delle senso-percezioni, specialmente la schizofrenia, le allucinazioni tipiche delle schizofrenie sono commento sonoro degli atti, colloquio di voci, eco del pensiero, allucinazioni imperative.
Quando si sente parlare di disturbi psicotici bisogna pensare soprattutto ai deliri e alle allucinazioni: queste, oltre che nella schizofrenia, possono essere presenti anche in altre condizioni, anche a breve termine quali alcune reazioni emotive acute che possono portare alterazioni delle senso-percezioni (parafrenie); stati confusionali, soprattutto nel delirium tremens e in alcuni attacchi psicotici acuti che comportano delle dispercezioni in fase acuta che si risolvono quasi completamente, con restitutio ad integrum. Inoltre, allucinazioni possono essere presenti nel disturbo bipolare: un depresso grave o una persona in stato maniacale possono presentare delle dispercezioni. Anche alcune demenze possono presentare dispercezioni.

Fonte: Sinossi di psichiatria.

Di Raffo

Ciao a tutti, mi chiamo Raffaele Cocomazzi e sono il cofondatore di BMScience. Sono appassionato di Scienza, Medicina, Chimica e Tecnologia. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Foggia e attualmente specializzando in Medicina Nucleare presso l'Alma Mater Studiorum (Università di Bologna). Per contattarmi o maggiori informazioni seguimi sui vari social.