Un recente studio ha dimostrato che durante le prime 24 ore dopo la morte di una persona cara, il rischio di un attacco di cuore aumenta di circa 21 volte. Lo studio ha anche dimostrato che il rischio di attacco di cuore rimane otto volte superiore al normale durante la prima settimana. Anche se questo aumento del rischio cardiaco cala lentamente con il passare del tempo, esso rimane elevato per almeno un mese successivo alla perdita.
Lutto e dolore sono associati ad un aumento di sentimenti di depressione, ansia e rabbia, e questi hanno dimostrato di essere associati ad un aumento della frequenza cardiaca e pressione sanguigna e cambiamenti nel sangue, ognuna delle quali che potrebbe portare ad un attacco di cuore.

Per studiare gli effetti del lutto e del dolore al cuore, i ricercatori hanno intervistato circa 2000 pazienti che hanno subito attacchi di cuore, noti anche come infarti del miocardio, nel corso di 5 anni. I pazienti hanno risposto alla domanda sugli eventi che potrebbero scatenare un attacco di cuore, affermando la perdita di qualcuno vicino a loro nel corso dell’ultimo anno. Infatti in molte persone hanno riscontrato un elevato rischio di infarti in seguito alla morte di qualcuno vicino a loro.
Quindi, adeguati interventi psicologici sono importanti per ridurre il rischio di attacco di cuore di qualcuno che è in lutto. Gli autori dello studio credono che il sostegno sociale in quel periodo di vulnerabilità, permetterebbe di attenuare il rischio di attacco cardiaco.

Di Raffo

Ciao a tutti, mi chiamo Raffaele Cocomazzi e sono il cofondatore di BMScience. Sono appassionato di Scienza, Medicina, Chimica e Tecnologia. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Foggia e attualmente specializzando in Medicina Nucleare presso l'Alma Mater Studiorum (Università di Bologna). Per contattarmi o maggiori informazioni seguimi sui vari social.