Il cromosoma X è un cromosoma ricco di geni e ha particolari caratteristiche: innanzitutto, nella donna, uno dei due cromosomi X viene, con scelta casuale, inattivato. Questo fenomeno, che prende il nome di Lyonizzazione dal nome del suo scopritore (Mary Lyon), prevede che uno dei due cromosomi X venga ipermetilato, e quindi inattivato, in maniera tale che venga espresso solo l’altro cromosoma X. Il tutto, ovviamente avviene in maniera casuale subito dopo la fecondazione al 16° giorno della vita embrionale. Pertanto, in una cellula, sarà inattivato il cromosoma X di origine materna, nell’altra quello di origine paterna. Si può dire così, che la donna sia un mosaico dal punto di vista genetico, proprio perché alcune cellule avranno un allele paterno, e le altre un allele materno. Nell’uomo, ovviamente, tutti i cromosomi X saranno di origine materna.

Nelle patologie che colpiscono il cromosoma X la distinzione tra dominanza e recessività è sfumata, proprio perché il maschio ha un’unica copia del cromosoma X, e viene detto emizigote, mentre nella femmina molti geni (non tutti) di uno dei due cromosomi X saranno inattivati; quindi, tutto dipende da quale dei due cromosomi viene inattivato: se una donna eredita una mutazione sulla X paterna, la malattia potrà presentarsi o no (o comunque presentarsi con gravità variabile), a seconda se la X paterna verrà più o meno inattivata. Ci sono pochissime malattie dominanti legate all’X, in cui basta che un singolo allele sia mutato perché si abbia la patologia.

Recessive

Per quanto riguarda le malattie recessive legate all’X, esse hanno un andamento abbastanza simile alle malattie autosomiche recessive, ma c’è una caratteristica in più: non ci sarà mai trasmissione dal padre affetto al figlio maschio, questo perché ovviamente il padre cederà solo il cromosoma Y al figlio maschio. Le madri portatrici hanno il 50% di probabilità di trasmettere la patologia al figlio maschio. Inoltre, vale il discorso per cui i maschi sono maggiormente colpiti, perché basta che ereditino un solo allele mutato per sviluppare la malattia, mentre le femmine devono ereditarne due.

Parlando di malattie recessive, raramente si ritrovano femmine omozigoti nell’albero genealogico. Chiaramente, i casi aumentano in incroci tra consanguinei o nelle piccole comunità.

Esempi di malattie recessive legate all’X sono:

  • Sistema muscoloscheletrico: Distrofia muscolare di Duchenne o di Becker;
  • Sistema ematopoietico: Emofilia A e B, Malattia granulomatosa cronica, Deficit di glucosio-6-fosfato deidrogenasi;
  • Sistema immunitario: Sindrome di Wiskott-Aldrich;
  • Sistema metabolico: Diabete insipido, Sindrome di Lesch-Nyhan;
  • Sistema nervoso: Sindrome dell’X fragile (legata alle triplette ripetute).

Dominanti

Le malattie dominanti legate all’X sono molto poco frequenti e hanno una caratteristica particolare: colpiscono più le femmine che i maschi, tuttavia nelle femmine si manifestino in maniera più lieve. Proprio perché sono dominanti, basta che un singolo allele sia mutato, perché la malattia si manifesti. La differenza rispetto alle malattie autosomiche dominanti è che anche in questo caso la malattia non si trasmetterà mai dal padre affetto al figlio maschio.

Fonte: Le basi patologiche delle malattie.

Di Raffo

Ciao a tutti, mi chiamo Raffaele Cocomazzi e sono il cofondatore di BMScience. Sono appassionato di Scienza, Medicina, Chimica e Tecnologia. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Foggia e attualmente specializzando in Medicina Nucleare presso l'Alma Mater Studiorum (Università di Bologna). Per contattarmi o maggiori informazioni seguimi sui vari social.