La metilendiossi-metil anfetamina (MDMA), a noi noto con il nome “ecstasy” è un composto semi-sintetico del gruppo delle fenilalchilamine, derivato dalla metanfetamina.
È definita “anfetamina allucinogena” per le sue proprietà stupefacenti comuni alle anfetamine (stimolanti) e alle droghe psichedeliche.
È al 2° posto nel consumo di sostanze psicoattive tra i giovani.

Esse furono sintetizzate per la prima volta in Germania nei laboratori Merck (1912). Negli anni ’70 il farmaco, conosciuto col nome di Adam, fu largamente utilizzato da un gruppo di psichiatri californiani che attribuivano ad esso la capacità di favorire la comunicazione tra paziente e terapista.

Forme illecite

  • compresse;
  • polvere bianca;
  • liquido su francobolli.

Vie di assunzione

  • ingestione orale;
  • inalazione (sniff);
  • fumo (raro);
  • iniezione (rara).

Il contenuto di principio attivo varia da 60 a 120 mg per singola compressa, ma è difficile risalire alla composizione e alla dose della sostanza che si sta assumendo.

Effetti psicoattivi dell’ecstasy:

  • Effetto empatogeno: stimola e facilita il contatto interpersonale (spirituale e fisico), allentano le inibizioni (ma non in modo disordinato ed incontrollato come l’alcool) ed accentuano il desiderio di affettuosità e relazioni anche intime, ma non necessariamente, sessuali.
  • Effetto entactogeno: letteralmente sostanze che toccano dentro favorendo l’introspezione e la capacità di auto analisi; “possono riaffiorare i ricordi dell’infanzia, si può vedere la propria vita da una diversa prospettiva e risposte a lungo cercate sono prodigiosamente rintracciate“ (A. Shulgin 1991).
  • Aumento della sessualità (non delle performances sessuali);
  • Elevazione tono dell’umore con euforia e spensieratezza;
  • Aumento della fiducia in se stessi;
  • Disinibizione con diminuzione del senso del pericolo;
  • Diminuzione dell’aggressività;
  • Aumento delle percezioni sensoriali (allucinazioni auditive e visive);

Gli effetti iniziano dopo 30 minuti dall’assunzione e durano mediamente 4-6 ore, lasciando il posto a sintomi “down”: stanchezza, irritabilità ed insonnia, crisi di ansia o depressione, aggressività verso se stessi e verso gli altri.

Intossicazione acuta (Multi OrganFailure – MOF):

  • Ipertensione, tachicardia, aritmie;
  • Ipertermia erabdomiolisi che portano all’IRA;
  • Insufficienza epatica acuta (stress ossidativo);
  • Effetti teratogeni (anomalie cardiache settali e difetti muscolo-scheletrici);
  • Neurotossicità – degenerazione delle fibre nervose serotoninergiche (stress ossidativo, radicali liberi).

Dipendenza e tolleranza acquisita:

Come per tutti gli anfetaminici esiste una forte dipendenza psicologica (craving).
Esiste un certo grado di dipendenza fisica con una sindrome da astinenza (affaticabilità, disturbi del sonno e depressione).
Scarso è il fenomeno della tolleranza.

Tolleranza: ++++
Dipendenza fisica: +
Dipendenza psichica: +++

Di Raffo

Ciao a tutti, mi chiamo Raffaele Cocomazzi e sono il cofondatore di BMScience. Sono appassionato di Scienza, Medicina, Chimica e Tecnologia. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Foggia e attualmente specializzando in Medicina Nucleare presso l'Alma Mater Studiorum (Università di Bologna). Per contattarmi o maggiori informazioni seguimi sui vari social.