La mattina dopo aver passato una notte insonne tendiamo ad essere più pigri e con riflessi più rallentati. Era già una cosa ovvia ma un nuovo studio suggerisce come il motivo di questa pigrezza sia legato al rallentamento delle stesse cellule cerebrali. Infatti quando i neuroni sono stanchi si apprendono nuove nozioni con più difficoltà ed in generale si è più distratti.
Nello studio i ricercatori hanno scoperto che la privazione del sonno rende difficile la comunicazione effettiva delle cellule cerebrali che, a sua volta, può portare a temporanei vuoti mentali che colpiscono la memoria e la percezione visiva.
In altre parole i risultati offrono indizi su come una notte insonne renda così difficile pensare e concentrarsi il giorno successivo.

Il Dr. Itzhak Fried, un professore di neurochirurgia presso l’Università della California di Los Angeles (UCLA), ha dichiarato: “Abbiamo scoperto che riducendo le ore di sonno si riducono conseguentemente anche le capacità dei neuroni a funzionare correttamente. Questo apre la strada per capire i cedimenti cognitivi e come noi percepiamo e reagiamo al mondo che ci circonda.”

Per studiare gli effetti della privazione del sonno, i ricercatori hanno reclutato 12 pazienti con epilessia che, come parte di preparazione alla chirurgia non relativa allo studio, avevano elettrodi impiantati nel loro cervello. Questi elettrodi consentivano ai ricercatori di monitorare l’attività di centinaia di neuroni.

I pazienti coinvolti sono poi rimasti svegli per l’intera notte e, durante questo periodo, i ricercatori hanno misurato l’attività cerebrale mentre svolgevano alcune mansioni. Una di queste era la classificazione di immagini di volti, luoghi ed animali il più velocemente possibile. Ogni immagine comportava una diversa tipologia di attività elettrica delle cellule nelle varie aree del cervello. In particolar modo i ricercatori si sono concentrati sull’attività cellulare nel lobo temporale, deputato alla regolazione della percezione visiva e della memoria.

Gli studiosi hanno scoperto che, appena il paziente iniziava a stancarsi, diventava più difficile la classificazione delle immagini per loro e i loro neuroni iniziavano a rallentare. Questo ha dimostrato come il non riposare abbia portato ad un danneggiamento dell’attività cerebrale con rallentamenti nella trasmissione degli impulsi che apparivano più deboli.

Inoltre lo studio ha dimostrato come il dormire poco colpisce maggiormente alcune aree del cervello, mentre altre rimangono quasi sempre normalmente funzionanti.

I risultati suggeriscono che una mancanza di sonno può interferire con la capacità dei neuroni di codificare le informazioni e tradurre l’input visivo in un pensiero cosciente. Ad esempio, quando si è alla guida dopo una lunga giornata senza riposo, i riflessi rallentano e si impiega più tempo per rendersi conto di ciò che si vede. Un po’ simile a ciò che accade quando si è in stato di ebbrezza.

Lo stesso Fried ha confermato come un sonno inadeguato influisce sull’attività cerebrale allo stesso modo di quando si beve troppo. Nonostante ciò, al giorno d’oggi non esistono né norme mediche e legislative, né metodiche per individuare conducenti stanchi e impedirne la guida.

Fonte: LiveScience

Di Raffo

Ciao a tutti, mi chiamo Raffaele Cocomazzi e sono il cofondatore di BMScience. Sono appassionato di Scienza, Medicina, Chimica e Tecnologia. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Foggia e attualmente specializzando in Medicina Nucleare presso l'Alma Mater Studiorum (Università di Bologna). Per contattarmi o maggiori informazioni seguimi sui vari social.