mercurio

Fin dall’antichità (III millennio a.C.), le popolazioni sumeriche e babilonesi avevano  cominciato a studiare il cielo e a praticare l’arte dell’astronomia. Uno dei primi corpi celesti che venne  identificato con i loro rudimentali strumenti fu un pianetino che proiettava la sua ombra direttamente sul Sole: gli venne dato il nome di Nabu, il dio babilonese messaggero delle divinità. Il suo nome attuale prende spunto dallo stesso concetto dell’antichità; infatti gli studiosi decisero di chiamarlo Mercurio, il messaggero degli dei dell’Olimpo.

Mercurio, annoverato nella fascia dei pianeti “terrestri”, è di fatto il pianeta più vicino alla nostra stella: con una dimensione pari a 7 milioni di volte inferiore a quella del Sole, Mercurio presenta un diametro di 4879,4 km (la distanza tra Roma e Kuwait City, tanto per essere pratici), non ha satelliti o asteroidi orbitanti ed è quasi totalmente privo di atmosfera a causa delle elevate e bassissime temperature che si succedono durante il giorno e la notte e che non favoriscono la formazione di molecole di ossigeno. Quasi assente perché negli ultimi anni è stato scoperto un sottilissimo strato di gas a livello atomico, tra i quali ritroviamo Sodio (Na), Argon (Ar), Potassio (K), Elio (He) e altri elementi in piccolissime concentrazioni, pressoché inesistenti.

La struttura di Mercurio è simile a quella terrestre, con un nucleo di ferro e nichel ricoperto dal mantello denso di silicati, sovrastato dalla crosta anch’essa ricoperta da silicati di ferro in continuo movimento, anche se si esclude la presenza di placche tettoniche sulla superficie. L’accelerazione gravitazionale del pianeta è pari a 0.37 volte quella terrestre, quindi risulterebbe che un uomo in media di 80 kg sulla Terra, su Mercurio peserebbe solamente 30 kg!

L’area superficiale del corpo celeste è totalmente deformata a causa dei numerosi meteoriti che colpiscono il pianeta ogni secondo, attirati probabilmente dall’intenso campo magnetico dovuto al vento solare. Numerose cavità del pianeta superano il centinaio di km di diametro; il più importante cratere formatosi sulla superficie ferrosa di Mercurio ha un diametro di 200 km, pari a 4 volte la grandezza dell’Etna, ed è stato chiamato col nome di Bacino Caloris in riferimento al clima rovente del pianeta. La densità del minuscolo pianeta è molto simile a quella terrestre nonostante le sue dimensioni ridotte che rappresentano il 6% della massa terrestre; con sequenzialmente alle sue ridotte misure, esso compie un moto di rivoluzione intorno alla stella in soli 88 giorni terrestri.

A causa della sua velocità, Mercurio quando si rende visibile alla Terra (da cui è osservabile solo al sorgere del Sole e subito prima del tramonto), mostra sempre la stessa faccia (il suo moto di rotazione equivale a 59 giorni sulla Terra); quindi non sappiamo molto dell’altro lato rivolto sempre verso il Sole, anche se si ipotizza debba essere conforme a quello visibile. Le uniche foto scattate sull’altro emisfero sono state quelle del marzo 2011, quando la sonda MESSENGER ha eseguito il primo fly-by intorno al pianeta ed è entrata in orbita con esso, anche se per pochissimo tempo.

Sulla superficie di Mercurio si registrano temperature che variano dai 400°C diurni ai -200°C notturni. Ovviamente  tutte queste misurazioni devono essere prese col contagocce, poiché tutte le constatazioni sono state effettuate con rilevazioni spettroscopiche da sonde spaziali a molti chilometri di distanza, come la sonda Mariner 10 che è passata a circa 703 km nel suo punto più vicino, ma che non è riuscita a fotografare del tutto la superficie a causa di alcuni guasti verificatisi in seguito al contatto col campo magnetico.

Chiunque si trovasse sul pianeta ad assistere a tutta la durata del giorno mercuriano, noterebbe uno strano e curioso movimento spaziale del Sole provocato dalla estrema ellitticità della sua orbita: infatti vedrebbe il Sole sorgere normalmente ad Oriente, poi allo zenit lo vedrebbe ad avvicinarsi e tornare leggermente indietro nel suo percorso creando un singolare “balletto” celeste; lo stesso movimento si ripeterebbe anche al tramonto verso Occidente.

Diagramma di andamento del flusso magnetico di Mercurio

Mistero o realtà, sta di fatto che Mercurio sta nascondendoci ancora qualche segreto che, molto probabilmente, l’uomo non riuscirà mai a svelare.

Ultimamente si sono fatti studi sul notevole campo magnetico di Mercurio che riesce a deflettere il vento solare: è stato verificato che esso è il più dinamico del sistema solare caratterizzato da forti cessazioni di campo magnetico, dette magnetopause, e da repentini picchi di forza magnetica, chiamati “bow shock”. Altri studiosi affermano che non vi sia alcun campo, ma che sia solo un riflesso del fortissimo vento solare. Ma come è possibile su un pianeta così piccolo avere un campo così attivo? Esiste o è solo un’illusione?

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Di Admin