Sappiamo che nulla dura per sempre, neppure il nostro universo. Un giorno finirà, ma quando e come?

Grazie al telescopio spaziale Hubble abbiamo visto per la prima volta le galassie al di fuori della nostra, scoprendo anche che queste si allontanano da noi. Gli astronomi dunque sono giunti alla conclusione che il nostro universo è in espansione. Tuttavia questa espansione non è lineare, infatti la velocità sta aumentando sempre di più.

Come è possibile?

L’unica spiegazione plausibile è che ci sia una qualche forma di energia, presente tra le galassie, che sovrasta la forza di gravità e prende il nome di Energia Oscura.
Questa ci apre l’orizzonte a tre possibili scenari della nostra inesorabile fine.

Il primo è chiamato il Grande Strappo.

Come detto prima, lo spazio è in continua espansione in ogni punto, tuttavia all’interno delle galassie non si manifesta questo fenomeno grazie alla forza di gravità che mantiene intatte le galassie.
Tuttavia, a causa dell’aumento dell’espansione, la gravità non riuscirà a tenere insieme le varie stelle. Accelerando sempre di più, anche le stelle si dissolveranno, fino a quando l’espansione dell’universo non avrà raggiunto la velocità della luce. A quel punto le particelle non potranno più interagire tra loro e il tempo e lo spazio non avranno più alcun senso.

Il secondo è noto come Morte Termica o Big Freeze.

Diversamente dal grande strappo, ciò che causa la morte dell’universo non è l’espansione in se, ma un fenomeno chiamato entropia.

L’entropia è il grado di disordine di un sistema.
Grazie ad esso possiamo scandire il tempo nel nostro universo.
La linea temporale va da un grado di minore verso uno di maggiore entropia.
In poche parole il futuro non è altro che un istante più disordinato.
Image By Aushulz (Own work) [CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons

Cos’è l’entropia?

Ogni sistema tende allo stato di entropia più elevato ossia il livello di disordine più alto che ci sia.
Prendiamo per esempio un cubetto di ghiaccio all’interno di un bicchiere. Allo stato solido, le molecole d’acqua sono disposte in maniera ordinata, dopo un po’, però, il ghiaccio si inizierà a sciogliersi e le molecole inizieranno a muoversi all’interno del liquido in maniera caotica. L’unico modo per riportare il sistema in uno stato di ordine è compiendo un lavoro, immettendo dunque energia nel sistema.

L’universo, però, è un sistema isolato che non scambia né materia né energia con l’esterno, per questo motivo l’entropia può solo crescere.
Dunque con l’espansione continua dell’universo, la materia tende a spargersi e decadere.

Dopo miliardi di anni tutte le stelle inizieranno a morire. Solo i buchi neri sopravvivranno, ma non per sempre. Infatti anche questi decadranno e la loro massa verrà completamente convertita in radiazione di Hawking, fino a quando, dopo trilioni di anni, anche l’ultimo buco nero sarà scomparso e nell’universo sarà rimasta solamente una nube rarefatta di particelle elementari. Quando l’entropia avrà raggiunto il suo massimo, l’universo potrà essere considerato morto per sempre.

Il terzo ed ultimo scenario è quello del Big Crunch.

Nel caso in cui l’energia oscura iniziasse a diminuire e  con essa anche la velocità di espansione dell’universo, si arriverebbe ad un punto in cui questa si fermerebbe.

A questo punto, la gravità prenderà il sopravvento e le galassie inizieranno ad avvicinarsi sempre di più fino a quando l’universo diventerà sempre più denso e caldo. Tutte le galassie convergeranno in un singolo buco nero super massiccio che conterrà l’intera massa dell’universo, fino a diventare un singolo punto senza dimensione per poi eventualmente causare un nuovo Big Bang.

Secondo la teoria del grande rimbalzo, l’universo potrebbe continuare fino all’infinito espandendosi e contraendosi, causando numerosi Big Bang e Big Crunch.

A prescindere dallo scenario per non non può esserci nessuna salvezza. La consolazione è che la nostra vita, rispetto a quella dell’universo dura un istante infinitesimo. Per noi esseri umani l’universo rimarrà immobile fino alla fine dei nostri giorni.

Di Stefano