RACCOLTA DEL SANGUE CORDONALE:

Il sangue cordonale è un campione di sangue prelevato dal cordone ombelicale di un neonato. Esso è una fonte preziosa di cellule staminali ematopoietiche utilizzabili in alternativa a quelle prelevabili dal midollo osseo per il trattamento di oltre 80 malattie, comprese leucemia, linfoma e anemia.
La leucemia è la malattia più comunemente trattata. A seguire vi sono le malattie ereditarie (dei globuli rossi, sistema immunitario e malattie metaboliche). Anche i pazienti con linfoma, mielodisplasia e anemia aplastica sono stati trapiantati con successo grazie al sangue cordonale.
I genitori possono scegliere di “bancare” il sangue del cordone ombelicale del neonato contro un possibile sviluppo, in futuro, di una malattia che è curabile con le cellule staminali del sangue prelevate dal cordone ombelicale.

Il sangue cordonale viene raccolto dalla vena del cordone ombelicale attaccato alla placenta, dopo che esso è stato staccato dal neonato. Il sangue viene raccolto perché contiene cellule staminali, comprese cellule ematopoietiche, che possono essere usate per trattare disturbi ematopoietici e genetici. Una singola unità di sangue cordonale raccolto, generalmente, non contiene abbastanza cellule staminali per poter curare un paziente adulto. E’ grazie alla placenta che ne viene raccolta una maggior quantità in quanto contiene fino a dieci volte più sangue del cordone ombelicale.

Le cellule staminali possono essere conservate per periodi di tempo molto lunghi (più di vent’anni) entro appositi contenitori criogenici, ove la temperatura viene costantemente mantenuta al di sotto dei -160 °C tramite immersione in azoto liquido. I contenitori criogenici vengono conservati presso apposite strutture opportunamente attrezzate, chiamate criobanche o, più semplicemente, banche del sangue cordonale per un futuro trapianto. La banca del sangue cordonale può essere privata (sangue conservato con costi a carico delle famiglie dei donatori) o pubblica (conservato e reso disponibile per l’utilizzo della comunità). Tutte le banche pubbliche di Italia sono coordinate tra di loro nella rete italiana ITCBN (Italian Cord Blood Network).

Il prelievo viene effettuato dal personale della clinica dove ha luogo il parto, a parto avvenuto, raccogliendo in una sacca sterile tutto il sangue contenuto all’interno del cordone. La sacca viene quindi posta in un apposito contenitore termostatico e spedita al laboratorio della struttura pubblica o privata che esegue la lavorazione del sangue, dove deve giungere entro 48 ore. Il sangue viene quindi analizzato e separato nella sua frazione bianca che contiene le cellule staminali, che viene successivamente addizionata con dimetilsolfossido (DMSO), per proteggere le cellule durante il congelamento, e congelata con un opportuno profilo di temperatura. Le cellule staminali, congelate assieme ai globuli bianchi, vengono quindi trasferite in un contenitore criogenico di quarantena dove rimangono in attesa dell’esito degli esami (circa 3 settimane). Se gli esiti sono favorevoli, vengono trasferite nel contenitore definitivo.

Alcune banche non effettuano la separazione della frazione bianca. Se il sangue non viene separato, durante il congelamento i globuli rossi si rompono liberando sostanze chimiche tossiche per le cellule staminali, che inevitabilmente portano ad un parziale peggioramento della qualità del campione congelato.

USI E APPLICAZIONI:

Medici e ricercatori hanno cominciato a compiere enormi progressi nel valutare la sicurezza e l’efficacia delle cellule staminali del sangue del cordone ombelicale per alcuni usi terapeutici oltre i tumori del sangue e le malattie genetiche del sangue.
L’utilizzo di cellule staminali del sangue del cordone nel trattamento di condizioni come lesioni cerebrali e diabete di tipo 1 è in fase di studio negli esseri umani, e precedenti ricerche sono state eseguite per i trattamenti di ictus e la perdita di udito. Tuttavia, a parte le malattie sanguigne, l’uso del sangue del cordone ombelicale per altre malattie non è una routine ed è ancora in fase di sperimentazione. Le stime attuali indicano che circa 1 su 3 potrebbero beneficiare del suo uso nella medicina rigenerativa.
I ricercatori stanno esplorando l’uso di cellule staminali del sangue del cordone nelle seguenti applicazioni di medicina rigenerativa:

  • Diabete di tipo 1: secondo alcuni studi clinici, iniettando le cellule staminali del sangue cordonale in bambini con diabete di tipo 1, nel tempo, il controllo metabolico è migliore rispetto ai trattamenti di insulina standard. I risultati preliminari dimostrano che l’utilizzo di questa pratica è sicura e può fornire alcuni rallentamenti della perdita di produzione dell’insulina.
  • Riparazione cardiovascolare: le cellule staminali presenti nel sangue del cordone ombelicale di un neonato, in modelli animali di infarto miocardico, hanno dimostrato la possibilità di spostarsi in modo selettivo al tessuto cardiaco danneggiato, migliorando la funzione vascolare e il flusso sanguigno al sito di lesione, migliorando inoltre la funzione cardiaca globale.

Di Raffo

Ciao a tutti, mi chiamo Raffaele Cocomazzi e sono il cofondatore di BMScience. Sono appassionato di Scienza, Medicina, Chimica e Tecnologia. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Foggia e attualmente specializzando in Medicina Nucleare presso l'Alma Mater Studiorum (Università di Bologna). Per contattarmi o maggiori informazioni seguimi sui vari social.