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Il “Gay Radar” o “Gaydar” è la presunta abilità di capire l’orientamento sessuale di una persona attraverso l’intuito e il linguaggio non verbale. Ho sentito spesso amici e conoscenti gay parlare di questa abilità come un sesto senso nel preciso riconoscimento di persone gay in pochi secondi e senza margine di errore.
Ma veniamo al dunque: esiste davvero il “Gaydar”?
Diverse ricerche negli ultimi anni hanno cercato di rispondere a questo quesito. Uno degli studiosi che si sono occupati maggiormente di questo argomento è il professore associato di Psicologia Sociale dell’Università di Toronto, Canada Nicholas O’Rule, il quale dal 2008 ha condotto con i suoi collaboratori una serie di ricerche volte a misurare la precisione nel riconoscimento dell’orientamento sessuale. Il test prevedeva una serie di 90 volti (45 gay e 45 etero), con l’utilizzo di fotografie sia di uomini che di donne. I risultati mostrano come in media le persone hanno un tempo di risposta di 50 ms e una percentuale di accuratezza del 60%, un risultato comunque abbastanza vicino al caso.
Ma cosa succede se le persone hanno più familiarità con la comunità LGBT?
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Lo ha indagato una ricerca del 2013 condotta dallo stesso Nicholas in collaborazione col ricercatore e professore di Psicologia Sociale dell’ Università degli studi di Milano-Bicocca Marco Brambilla. Utilizzando lo stesso modello di ricerca precedente ma manipolando la variabile della “familiarità“, ossia la quantità e il tipo di contatti del partecipante all’esperimento con la comunità LGBT.
Risultati? C’è una correlazione tra familiarità e accuratezza: le persone con più familiarità verso la comunità gay totalizzano punteggi mediamente più alti delle persone con bassa familiarità (63% vs 57%).
Questo vuol dire che il gaydar esiste?
Esatto, ma non dipende dal proprio orientamento sessuale, né da particolari abilità innate, bensì dalla conoscenza approfondita di determinati contesti, e il suo effetto è comunque limitato.
Ma i due ricercatori non si sono fermati a questo: hanno anche indagato quanto il pregiudizio sessuale può influenzare l’accuratezza nello stesso esperimento. Ai partecipanti era misurato il livello di pregiudizio implicito con l’IAT-Implicit Association Test1. I risultati mostrano come le persone con alto pregiudizio totalizzano punteggi più bassi nel test di riconoscimento.
1Il link dello IAT riporta a una pagina in cui è possibile sottoporsi al test nelle sue diverse forme.