Fonte: Wikipedia

L’epatite E è un’infiammazione del fegato causata dall’infezione dal virus dell’epatite E.

Il virus dell’epatite E (HEV) è un virus icosaedrico a RNA a senso unico, a filamento singolo. Il virione di HEV è costituito da una particella sferica del diametro di 30-34 nanometri sprovvista di rivestimento esterno.
A seguito dell’analisi della sequenza genomica il virus dell’epatite E è stato collocato nel genere Hepevirus, e nella famiglia degli Hepeviridae.
Si conoscono 4 genotipi che interessano l’uomo, di cui l’1 e il 2 interessano solo l’uomo. Il genotipo 3 e 4 sono prevalenti in Italia con fonte zoonotica (suini, cinghiali, conigli, cervi, gatti, cani, polli, dromedari e cammelli).
La recente caratterizzazione del genoma virale ha reso possibile, con l’ottenimento di antigeni ricombinanti, l’allestimento di un test immunoenzimatico.

HEV è caratterizzato da una via di trasmissione fecale-orale soprattutto di acqua contaminata. La trasmissione interpersonale e quella tramite sangue sono invece poco comuni.

CLINICA

Clinicamente la condizione è paragonabile all’epatite A: i soggetti possono essere asintomatici o avere sintomatologie lievi, ma nelle donne in gravidanza assume una forma spesso più grave ed è talvolta associata ad una sindrome clinica chiamata insufficienza epatica fulminante. Le donne incinte, in particolare quelle al terzo trimestre, hanno un tasso di mortalità più elevato di circa il 20%.
Fra i sintomi e i segni clinici si trovano anoressia, febbre, dolori addominali, rash, nausea, vomito, diarrea e artralgia.

  • Infezione acuta
    Il periodo di incubazione dell’epatite E varia da 3 a 8 settimane, durante il quale l’RNA virale è rilevabile nelle feci e nel sangue. Dopo una breve fase prodromica, i sintomi durano da alcuni giorni ad alcune settimane. Questi possono includere ittero (colorito giallo della cute), affaticamento e nausea. La fase sintomatica coincide con livelli elevati di aminotransferasi epatica, iperbilirubinemia. Gli anticorpi IgM e IgG sierici contro l’HEV compaiono poco prima dell’inizio dei sintomi clinici.
    Il recupero porta alla scomparsa del virus dal sangue, mentre può persistere ancora nelle feci per molto tempo. Il recupero è anche caratterizzato dalla scomparsa degli anticorpi IgM e dall’aumento dei livelli di anticorpi IgG. L’immunità però non si sviluppa ed è possibile una reinfezione.
  • Infezione cronica
    Sebbene l’epatite E spesso causi un’infezione acuta e autolimitante (l’infezione virale è temporanea e l’individuo guarisce spontaneamente) con bassi tassi di mortalità nel mondo occidentale, presenta un alto rischio di sviluppare un’epatite cronica nelle persone con un sistema immunitario indebolito con più alti tassi di mortalità.
    In soggetti immunocompromessi, in particolare nei pazienti che si sono sottoposti a trapianto di organo, può verificarsi un’infezione cronica. Occasionalmente ciò può evolvere fino a causare fibrosi e cirrosi.
    Oltre all’epatite si possono avere coinvolgimenti extraepatici come sindrome di Guillain-Barré, sindromi periferiche, meningoencefalite, problemi renali, malattie ematologiche, trombocitopenia, anemie emolitiche.

DIAGNOSI

Quando la sierologia ed il test immunoenzimatico ELISA dà esiti negativi agli altri markers epatici è facilmente intuibile l’implicazione di questa forma del virus.
In corso di infezione acuta sono precocemente determinabili anticorpi di classe IgM e IgG. Gli anticorpi di classe IgM sono presenti solo all’inizio dell’infezione acuta o recente; mentre quelli di classe IgG sono dimostrabili più a lungo, ma forse non per tutta la vita del paziente. Non è chiaro, inoltre, se tali anticorpi siano neutralizzanti, e quindi protettivi.

TERAPIA

È principalmente di supporto in quanto nelle persone immunocompetenti l’infezione è autolimitante. In alcuni casi è stata utilizzata la ribavirina, un antivirale utilizzato contro diversi virus, anche epatite C, utilizzato in caso di epatite acuta con sintomatologia grave.
Il trapianto del fegato può essere necessario per i casi più gravi.

PREVENZIONE

Sono attuabili i metodi di prevenzione generica, cioè vivere in ambienti igienici, lavare bene mani, consumare carne cotta e non bere acqua contaminata.
Per quanto riguarda gli adulti l’esistenza di un vaccino ricombinante contro tale forma di epatite si è rivelata molto efficace. Esso è costituito da una proteina del capside di HEV ed attualmente è commercializzato solo in Cina, non è disponibile in Europa perché l’EMA (agenzia europea del farmaco) non ha ritenuto soddisfacente il trial.

Fonte: Wikipedia

Fonte: Manuale di malattie infettive.

Di Raffo

Ciao a tutti, mi chiamo Raffaele Cocomazzi e sono il cofondatore di BMScience. Sono appassionato di Scienza, Medicina, Chimica e Tecnologia. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Foggia e attualmente specializzando in Medicina Nucleare presso l'Alma Mater Studiorum (Università di Bologna). Per contattarmi o maggiori informazioni seguimi sui vari social.