Nella prima puntata di SuperQuark del 2015, la nutrizionista dr.ssa Elisabetta Bernardi ha spiegato come alcuni alimenti influenzano lo sviluppo e le funzioni del cervello, noi di Bald Mountain Science vogliamo riproporvi quel servizio della rubrica Scienza in Cucina nel caso non lo aveste visto.

Il servizio parte subito con una domanda: il consumo di pesce aiuta la memoria?
In seguito si viene ad analizzare la questione della giusta dieta da adottare per diventare più intelligenti. Esiste un cibo per la mente per far diventare i bambini più intelligenti?

Recenti studi hanno dimostrato che la salute del cervello è legata ad una buona alimentazione. Una dieta sana può aiutare a proteggere il nostro cervello da eventuali danni.
Oggi si sta studiando di più: un progetto di ricerca dell’Unione Europea sta cercando di individuare quali sono i nutrienti specifici che possono influenzare lo sviluppo mentale e le prestazioni di neonati, bambini ed adolescenti.

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Ormai è chiaro, nutrirci in modo adeguato è essenziale per la crescita, lo sviluppo ed il benessere dell’organismo; ma mangiare bene è anche una delle strategie migliori per il buon funzionamento del nostro cervello.
Il cervello richiede ogni giorno nutrienti, proprio come i nostri muscoli, la nostra pelle e le nostre ossa; pur rinnovandosi solo al livello molecolare, si ricostruisce in continuazione e quando mangiamo forniamo i materiali affinché tutto ciò avvenga. Ci sono alcuni nutrienti che possono incidere più di altri sulle funzioni del nostro cervello sull’abilità cognitiva, sulla memoria, l’apprendimento o le emozioni.

Elisabetta Bernardi (nutrizionista):

“Come le altre cellule dell’organismo, le cellule cerebrali utilizzano il glucosio come fonte di energia. Quest’energia deriva dagli alimenti che assumiamo; il cervello è affamato di energia perché pur rappresentando soltanto il 2% dell’organismo, divora ben il 20% dell’energiaproveniente dagli alimenti. Oltre all’energia, divora anche nutrienti, come si sta studiando all’Università di Milano per il progetto nutrimento.”

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La nutrizione, nelle fasi precoci della vita, può incidere sulle abilità cognitive successive. Per esempio, si ritiene che i folati, contenuti in grandi quantità in verdure, broccoli, agrumi e uova, debbano essere assunti già da quando si programma una gravidanza, perché si è osservato che quando le mamme assumono folati già dai primi giorni della gravidanza, i bambini hanno minori problemi comportamentali, migliori competenze sociali e una ridotta iperattività. I folati sono importanti anche per gli adulti perché il loro consumo è legato a risultati migliori in test di memoria, nella velocità di risoluzione di problemi e nella fluidità verbale.
Altri nutrienti da tenere sotto controllo sono il ferro, la cui carenza in gravidanza modifica la struttura della cellula cerebrale, lo iodio, la cui carenza porta a ridotte capacità intellettive e potrebbe determinare delle anormalità irreversibili nello sviluppo cerebrale, e lo zinco, essenziale per il normale sviluppo cognitivo.
Ferro e zinco sono presenti in una forma molto assimilabile nella carne, lo iodio nel sale iodato e nel pesce. Il pesce è però necessario in tutte le fasi della vita perché fornisce i preziosi Omega 3, grassi strutturali dei neuroni, essenziali per la trasmissione dell’informazioni tra le cellule cerebrali.

Prof. Carlo Agostoni (Dip. Scienze Cliniche e di Comunità, Università di Milano):

“Il cervello del bambino ha una struttura che nell’ultimo trimestre della vita fetale si arricchisce molto di queste molecole come il DHA che sono gli acidi grassi molto insaturi, che hanno una struttura fluida che permette una migliore trasmissione dell’impulso nervoso, e nel caso del DHA, soprattutto delle vie visive, ma anche al livello della corteccia prefrontale che è quella dedicata all’intelligenza vera e propria.”

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Il DHA è talmente fondamentale nelle prime fasi di crescita che l’organismo fa di tutto perché sia presente nel latte materno, infatti se la mamma non consuma quantità sufficienti di alimenti che lo forniscono, per produrre un latte idoneo, va a prenderlo nell’organo dove ce n’è di più, il cervello. La mamma rischia così una perdita di massa cerebrale fino al 3%, legata poi all’insorgenza della depressione post-partum.
Il DHA contribuirà però a costruire nel bambino, membrane dei neuroni più fluide, più flessibili e cellule cerebrali in grado di comunicare più efficientemente l’una con l’altra perché diventa più facile il compito dei neurotrasmettitori.

Se ci sono alimenti che fanno bene al cervello, ce ne sono altri deleteri per la funzione dei neuroni. Una dieta ricca di grassi saturi, zuccheri e calorie, può danneggiare, attraverso i radicali liberi, le strutture cerebrali come le sinapsi e ridurre le funzioni cognitive. Ciò che è stato visto essere efficace per le funzioni del nostro cervello è uno stile di vita sano come seguire la dieta mediterranea.

Di Raffo

Ciao a tutti, mi chiamo Raffaele Cocomazzi e sono il cofondatore di BMScience. Sono appassionato di Scienza, Medicina, Chimica e Tecnologia. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Foggia e attualmente specializzando in Medicina Nucleare presso l'Alma Mater Studiorum (Università di Bologna). Per contattarmi o maggiori informazioni seguimi sui vari social.