L’alloro (laurus nobilis)  è una pianta aromatica appartenente alla famiglia delle Lauraceae, diffusa nelle zone di clima mediterraneo.

E’ un albero che può raggiungere anche i 10 metri di altezza, ma, per le potature a a cui in genere è sottoposto, si presenta quasi sempre come un arbusto sempreverde.

Il fusto di questa pianta presenta una corteccia verde nerastra, le foglie sono verde scuro, coriacee, lucide nella parte superiore e opache in quella inferiore e molto profumate.

Per questo caratteristica, le foglie di alloro hanno un largo impiego, che va dalla cucina alla preparazione di tisane e oli essenziali.

I semi dell’alloro, si presentano come bacche nere, simili a olive, non commestibili.

Le foglie di alloro vengono usate come rimedio casalingo per allontanare le tarme dagli armadi, per preparare decotti rinfrescanti e dalle qualità digestive. Infatti, sminuzzando 5 o 6 foglie secche di alloro e mettendole in una tazza di acqua bollente si ottiene un ottimo infuso che, bevuto caldo prima di coricarsi, fa sudare abbondantemente riuscendo, quasi sempre ad impedire l’evolversi di un raffreddore o di un’incipiente influenza. Lo stesso infuso sorseggiato dopo i pasti, riesce, grazie alle essenze contenute, a facilitare la digestione e ad eliminare i fastidiosi gas intestinali. L’infuso, ancora, rinforza lo stomaco, eccita l’appetito e, come tutti gli infusi fatti con piante contenenti oli essenziali, è un ottimo e prezioso anticatarrale.

Può essere usato anche per pediluvi, o trattato con alcool per ricavarne un profumato e aromatico liquore dalle proprietà digestive, stimolanti, antisettiche ed è utile contro tosse e bronchite.

L’alloro viene impiegato anche per uso esterno.

L’olio laurinato si ottiene con una manciata di bacche pestate e fatte macerare in mezzo litro di puro olio di oliva e serve per lenire gli spasmi reumatici o per facilitare la ripresa dell’uso delle articolazioni dopo ingessature o traumi di varia natura.
L’olio verrà frizionato adeguatamente sulle parti interessate alcune volte al giorno.
Ottimo, sempre per uso esterno, l’unguento laurino che si prepara aggiungendo settanta grammi di olio di lauro, ottenuto per pigiatura delle bacche, un cucchiaio di trementina e mezzo cucchiaio di acido salicilico a 150 grammi di grasso di maiale e 50 grammi di grasso di pecora fatti fondere a fuoco lento. Raffreddato che sia, l’unguento viene conservato in un vaso a chiusura ermetica.
Una buona manciata di queste bacche fatte bollire a lungo in acqua non molto abbondante, danno un decotto oleoso che, applicato con impacchi, serve quale ottimo emostatico, astringente e rinforzante dei capillari sanguigni.

Di Stefano