Nonostante gli ormoni tiroidei siano altamente solubili, il trasporto nel compartimento citoplasmatico della cellula bersaglio avviene tramite un trasporto attivo.
L’effetto biologico degli ormoni tiroidei è un effetto mediato da recettori nucleari con alta affinità per la T3.
Nell’uomo sono presenti 2 geni che codificano per il recettore degli ormoni tiroidei. Ogni gene produce 2 prodotti: il primo gene produce TRα1 e TRα2 mentre il secondo gene produce TRβ1 e TRβ2. Tali recettori agiscono legando specifici siti posti sul DNA e regolando l’espressione di alcuni geni bersaglio, ovviamente solo dopo l’interazione con il proprio ligando.

Le azioni degli ormoni tiroidei sono molteplici:

  • A livello fetale essi esercitano effetti sullo sviluppo fetale (promuovendo crescita specialmente di scheletro e SNC fetali; infatti, il difetto della T3 in fase fetale causa cretinismo, ritardo mentale e nanismo);
  • A livello metabolico inducono effetti sul consumo di ossigeno e sulla termogenesi (con aumento del metabolismo basale) ed esercitano un ruolo chiave per la risposta termogenica adattativa (controllo della termogenesi basale e potenziamento di quella indotta dalle catecolammine, come nel caso della risposta al freddo);
  • A livello cardiovascolare determinano un effetto cronotropo e inotropo positivo (aumento contrattilità e frequenza cardiaca) dovuto ad un aumento dei recettori β-adrenergici e una diminuzione dei recettori α-adrenergici nel tessuto muscolare cardiaco.
  • A livello del metabolismo lipidico, essi esercitano funzioni in particolare sulla lipolisi e sulla lipogenesi: vengono aumentati entrambi i processi con un bilancio globale a favore della lipolisi.
  • A livello respiratorio inducono un effetto di risposta all’ipossia e all’ipercapnia, aumentando la risposta ventilatoria in caso di queste due condizioni;
  • A livello midollare, gli ormoni tiroidei inducono un aumento della eritropoiesi attraverso l’eritropoietina;
  • A livello endocrino, la carenza degli ormoni tiroidei determina un aumento della prolattina (dovuta all’aumento del TRH), una ridotta risposta di GH a stimoli provocativi, anovularietà, disturbi del ciclo mestruale, riduzione del metabolismo e della clearance di ormoni e farmaci;
  • A livello osseo, gli ormoni tiroidei aumentano sia la deposizione che il riassorbimento osseo con conseguente aumento degli indici di turn-over osseo tipici dell’osteoporosi, i quali possono portare a quadri di ipercalcemia in caso di ipertiroidismo marcato;
  • A livello muscolare, gli ormoni tiroidei aumentano la velocità di contrazione e rilassamento, con quadri di iperriflessia (nell’ipertiroidismo) e una iporiflessia (nell’ipotiroidismo).

In linea generale, gli ormoni tiroidei hanno un effetto anabolico a concentrazioni fisiologiche e catabolico a concentrazioni patologiche.

Fonte: Manuale di endocrinologia.

Di Raffo

Ciao a tutti, mi chiamo Raffaele Cocomazzi e sono il cofondatore di BMScience. Sono appassionato di Scienza, Medicina, Chimica e Tecnologia. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Foggia e attualmente specializzando in Medicina Nucleare presso l'Alma Mater Studiorum (Università di Bologna). Per contattarmi o maggiori informazioni seguimi sui vari social.