I principali ormoni prodotti dalla tiroide sono:
- T3 (tri-iodotironina), valori normali: 1-3 nmol/L di sangue.
- T4 (tiroxina), valori normali: 50-140 nmol/L di sangue.
La prima tappa per la sintesi degli ormoni tiroidei è la captazione dello iodio: sotto lo stimolo del TSH, ormone tireostimolante prodotto dall’adenoipofisi, che esplica la sua azione legandosi al recettore TSH-R (localizzato sul versante baso-laterale dei tireociti), lo iodio viene concentrato sottoforma di ioduro all’interno del tireocita grazie ad un co-trasportatore che prende il nome di NIS (sodium/iodide symporter) posto anch’esso sul versante baso-laterale del tireocita. Una volta entrato, lo ioduro è indirizzato sul versante apicale della cellula grazie alla pendrina, proteina transmembrana idrofobica anch’essa stimolata nella sua attività dal TSH (mentre è inibita dalla tireoglobulina).
La seconda tappa è la sintesi della tireoglobulina: essa è sintetizzata ed immagazzinata in vescicole e liberata nella cavità follicolare tramite esocitosi dal versante apicale.
La terza tappa è l’organificazione dello ioduro: esso è un processo complesso catalizzato dall’enzima tireoperossidasi localizzato sul versante apicale del tireocita. Lo ioduro attivato sostituisce l’idrogeno in posizione 3 o in posizione 3 e 5 dell’anello fenolico dei residui di tirosina presenti nella tireoglobulina formando rispettivamente mono-iodotirosina (MIT) e di-iodotirosina (DIT). La condensazione ad opera della perossidasi tiroidea di una molecola di DIT con una molecola di MIT determina la formazione di tri-iodo tironina (T3) mentre la condensazione di due molecole di DIT determina la formazione di tetra-iodo tironina o tiroxina (T4).
Il grado di iodazione della tireoglobulina dipende anche dalla disponibilità di iodio presente nell’organismo: ecco perché è fondamentale garantirne un apporto minimo giornaliero.
L’ormone biologicamente più attivo è la tri-iodotironina (T3): in caso di scarsa assunzione di iodio, esistono dei meccanismi compensativi capaci di switchare maggiormente la sintesi ormonale verso la produzione di T3, in quanto essendo biologicamente più attivo ha bisogno essere prodotto in minor quantità con conseguente minor impiego di iodio.
La tireoglobulina iodinata è secreta e immagazzinata all’interno della colloide, ossia la matrice gelatinosa racchiusa dai tireociti. A seconda delle necessità, questo “magazzino” di tireoglobulina iodinata verrà riassorbito mediante pinocitosi dal versante apicale dei tireociti e poi indirizzata ai lisosomi degli stessi tireociti per essere processata enzimaticamente, formando ormoni tiroidei T3 e T4 pronti ad essere rilasciati a livello sistemico tramite il versante basale in un processo chiamato “riassorbimento proteolitico”.
Eventuali eccessi di MIT e DIT sono riciclati consentendo alla cellula di recuperare lo iodio in essi contenuto.
Volendo fare una ricapitolazione generale, si noti come lo iodio:
- dapprima viene captato dal circolo sistemico tramite il versante baso-laterale dei tireociti sotto stimolazione del TSH;
- poi viene trasportato sul versante apicale della cellula;
- poi viene coniugato con la tireoglobulina a costituzione degli ormoni tiroidei veri e propri;
- per ultimo viene ri-secreto, coniugato agli ormoni tiroidei, nuovamente dal versante baso-laterale per agire a livello sistemico.
Una volta secreti, gli ormoni tiroidei circolano nel sangue, legati in perfetto equilibrio fisico-chimico alle rispettive proteine di trasporto: la Thiroxine-Binding-Globulin (TBG), la Thiroxine-Binding Prealbumin (TBPA) e, infine, l’albumina. Solo una piccola quantità di essi circola liberamente, prendendo il nome di Free-T4 (FT4) e Free-T3 (FT3). L’FT4 libero rappresenta appena lo 0,02% di tutto il T4 presente mentre l’FT3 libero rappresenta lo 0,3% di tutto il T3 disponibile.
Le FT3 e le FT4 sono la quantità di ormoni tiroidei (T3 e T4) che circolano liberamente. Esse rappresentano la frazione attiva degli ormoni tiroidei, quella cioè che agisce direttamente sul funzionamento dell’organismo. La T3 e la T4, legate alle proteine di trasporto, costituiscono invece una sorta di deposito da cui l’organismo attinge in caso di carenza.
VALORI NORMALI DI FT3: 4-8 picomoli/L di sangue.
Una diminuzione rispetto ai valori normali è segno di ipotiroidismo (rallentata funzionalità della tiroide).
Viceversa, un aumento rispetto ai valori normali è un segnale di ipertiroidismo (anomalo aumento della funzionalità della tiroide).
Entrambi i risultati vanno messi in relazione con il dosaggio totale delle T3 e T4.
L’emivita della T4 è di circa 1 settimana mentre quella della T3 è di circa 1 giorno.
I dosaggi ematici permettono di valutare i livelli di ormoni tiroidei circolanti totali: TT4 (4-11 mg/dl), TT3 (80-220 ng/dl); e i livelli di ormoni tiroidei circolanti liberi: FT4 (7-16 ng/dl) e FT3 (2,5-4,5 pg/ml).
Utile è anche il dosaggio del TSH che mostra livelli basali di 0,4-4,0 mU/L, ma aumenta in caso del TRH test, esame utile per lo studio della tiroide in alcuni casi di ipotiroidismo, per verificare se l’incapacità della tiroide di produrre gli ormoni tiroidei sia da imputare ad alterazioni della ghiandola tiroidea stessa (ipotiroidismo primario), mancato rilascio da parte dell’ipofisi anteriore del TSH (ipotiroidismo secondario ipofisario), o incapacità dell’ipotalamo di secernere il TRH (ipotiroidismo ipotalamico).
Gli anticorpi anti-tiroide utilizzati sono: Anti-Tg, Anti-TPO (antiperossidasi o Anti-M) e anti-recettore del TSH (AbTR).
Il dosaggio delle Tg mostra invece valori normali di 5-30 ng/ml.
Fonte: Manuale di endocrinologia.