Fonte: nurse24.

La sindrome vertiginosa rappresenta un sintomo estremamente diffuso, poiché circa il 16% della popolazione sperimenta almeno una volta nella vita un episodio di vertigine acuta, accompagnato da sensazioni emotive intense e angoscia. Tuttavia, spesso si verifica una scorretta gestione diagnostica e terapeutica, spinta da idee errate e scarsa informazione.

Per sindrome vertiginosa si intende l’erronea percezione di movimenti rotatori dell’ambiente circostante (vertigine oggettiva) o di sé stessi nell’ambiente (vertigine soggettiva) che comporta una perdita di equilibrio da parte dell’individuo.

  • Sindrome Vertiginosa Oggettiva: affonda le sue radici nell’apparato vestibolare dell’orecchio o nell’VIII nervo cranico, entrambi componenti periferiche. La caratteristica predominante è l’immediata percezione di un mondo che ruota attorno a noi, un’esperienza intensa che si manifesta all’improvviso. Questo stato è spesso accompagnato da sentimenti di ansia, disturbi gastrointestinali come nausea e vomito, oltre a sintomi fisici come sudorazione e tachicardia. In questa situazione, l’entità dell’ansia stessa può amplificare ulteriormente la vertigine.
  • Sindrome Vertiginosa Soggettiva: siamo di fronte a un’origine centrale, in particolare connessa al nucleo del tronco encefalico e al cervelletto. Le cause più comuni di questa sindrome sono i disturbi vascolari. In questo caso, l’esperienza si sviluppa come un senso di movimento del proprio capo rispetto all’ambiente circostante. Questo tipo di vertigine può creare sensazioni di instabilità e disorientamento, poiché la sensazione di movimento origina internamente, nel cervello.

Questo disturbo può manifestarsi a qualsiasi età e può derivare da diverse cause.

Principali cause della sindrome vertiginosa

  • Vertigine parossistica posizionale: le vertigini di questo tipo emergono tipicamente durante i cambiamenti di posizione, come quando ci si distende a letto, si si alza in piedi, si si china per allacciarsi le scarpe o si guarda in alto. Queste vertigini sono soggettive, con una sensazione di movimento rotatorio dell’ambiente circostante. Si presentano improvvisamente e durano pochi secondi o minuti, accompagnate da sintomi come nausea, vomito, sudorazione e pallore cutaneo.
    Questo tipo di vertigini è causato dal distacco di piccoli cristalli chiamati otoliti nell’orecchio interno. Questi cristalli in movimento nel liquido labirintico generano le vertigini.
    La terapia consiste in manovre liberatorie per riposizionare gli otoliti.
  • Neurite vestibolare (labirintite): è la seconda causa più comune di vertigine oggettiva improvvisa. Si sviluppa a causa di un’infiammazione del nervo vestibolare, spesso scatenata da un’infezione virale.
    I sintomi includono una perdita improvvisa della funzione vestibolare da un lato, causando una forte vertigine rotatoria che può durare oltre un giorno, accompagnata da nausea, vomito, acufeni, diminuzione della capacità uditiva, febbre e dolore.
    La diagnosi si basa sull’anamnesi, sull’osservazione di un tipo specifico di movimento involontario degli occhi chiamato nistagmo, esami dell’orecchio e test audiometrici.
    La terapia prevede l’uso di farmaci antivertiginosi e corticosteroidi, che spesso portano a un miglioramento in poche ore, seguiti dalla possibilità di una riabilitazione vestibolare.
  • Malattia di Meniere: questa malattia colpisce l’orecchio interno e si caratterizza per un aumento della pressione dei liquidi nell’orecchio interno a livello labirintico. La sintomatologia dura solo qualche giorno ma se non curata nella giusta maniera tende a ripresentarsi nel tempo.
    I sintomi tipici comprendono perdita dell’udito, acufeni, sensazione di orecchio tappato e vertigini oggettive. L’ipoacusia spesso precede la comparsa delle vertigini.
    La diagnosi si basa sull’anamnesi e su test audiometrici che mostrano una perdita uditiva neurosensoriale variabile, soprattutto nelle basse frequenze.
    La terapia coinvolge farmaci come la betaistina e diuretici, oltre a una dieta povera di sodio e ricca di acqua. In casi selezionati, può essere indicato un intervento chirurgico con somministrazione di gentamicina nell’orecchio.
  • Vertigine emicranica: l’emicrania, una condizione familiare, colpisce prevalentemente le donne. La sintomatologia più comune è la vertigine, spesso associata a mal di testa (vertigine emicranica associata), oppure la vertigine può essere l’unico sintomo in pazienti con una storia di emicrania (vertigine emicranica equivalente). Gli episodi vertiginosi sono ricorrenti e possono essere scatenati da privazione del sonno, squilibri ormonali e stress emotivo.
    La diagnosi si basa su un’attenta anamnesi personale e familiare, escludendo altre cause di vertigine periferica e centrale.
    La terapia coinvolge farmaci utilizzati nella profilassi dell’emicrania, come la flunarizina, beta-bloccanti, amitriptilina e triptani.
  • Disturbo soggettivo di “dizziness” cronico: non è una vertigine classica, ma una condizione di instabilità posturale e disequilibrio. I sintomi peggiorano in piedi e durante la deambulazione, migliorano seduti e scompaiono sdraiati.
    Questo disturbo, poco conosciuto ma frequente, può derivare da un evento acuto o ricorrente, come una disfunzione vestibolare o altre patologie come traumi cranici, aritmie o disordini psichiatrici.
    I test otoneurologici sono generalmente negativi, a eccezione di un disturbo vestibolare preesistente. La causa di questa condizione può essere la mancata riacquisizione di equilibrio dopo un evento acuto, spesso legato all’ansia.
    Il trattamento medico comprende l’uso di farmaci che influenzano la serotonina e/o la noradrenalina, insieme a rieducazione vestibolare e terapia cognitivo-comportamentale.

Quando si verificano episodi di vertigine, è importante interrompere qualsiasi attività e cercare una posizione confortevole a letto per ridurre i sintomi. Consultare subito un medico per ricevere indicazioni e iniziare un trattamento sintomatico.

Se la vertigine persiste, è consigliabile rivolgersi a uno specialista in vertigini (vestibologo) per individuare la causa sottostante e avviare un trattamento mirato.

FONTI: TorrinomedicaKern school

Di Raffo

Ciao a tutti, mi chiamo Raffaele Cocomazzi e sono il cofondatore di BMScience. Sono appassionato di Scienza, Medicina, Chimica e Tecnologia. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Foggia e attualmente specializzando in Medicina Nucleare presso l'Alma Mater Studiorum (Università di Bologna). Per contattarmi o maggiori informazioni seguimi sui vari social.