Schematizzazione tridimensionale del DTPA.
Fonte: Fondamenti di medicina nucleare.

Il 99mTc-DTPA (acido dietilene-triamino-penta-acetico) è un composto chelato del 99mTc con un peso molecolare di circa 500 Dalton e carica elettrica negativa. Questa molecola di dimensioni ridotte possiede la capacità di diffondersi facilmente negli spazi interstiziali e di essere filtrata attraverso i glomeruli renali, in modo simile alla frazione del plasma che costituisce la pre-urina. Grazie a questa caratteristica, che equipara il suo comportamento renale a quello dell’inulina, il 99mTc-DTPA rappresenta il radiofarmaco di elezione per le indagini sulla perfusione, la funzione e la pervietà delle vie urinarie nei reni. La sua eliminazione esclusivamente attraverso la filtrazione glomerulare (senza secrezione e riassorbimento tubulare) lo rende ideale per la scintigrafia renale sequenziale e per il calcolo del filtrato glomerulare (clearance renale). Poiché si lega alle proteine plasmatiche solo al 3-5%, gli errori di calcolo nella determinazione della clearance renale sono trascurabili nelle comuni indagini diagnostiche.

Negli adulti, la dose somministrata è di circa 200 MBq, ma può essere aumentata a 370 MBq in caso di ridotta funzione renale. Per i bambini, le dosi consigliate sono calcolate in base al peso corporeo come percentuali della dose destinata agli adulti.

Nelle condizioni di perfusione normale, i reni ricevono circa il 25% della gittata cardiaca (pari al 12,5% per ciascun rene). Il 99mTc-DTPA presenta una frazione di estrazione del 20% ad ogni passaggio renale, che è essenzialmente equivalente alla frazione di filtrazione (la quantità di pre-urina prodotta in un dato intervallo di tempo, espressa come percentuale del flusso plasmatico renale totale).

Inoltre, il 99mTc-DTPA viene utilizzato per effettuare la scintigrafia della ventilazione polmonare mediante un nebulizzatore apposito che produce un aerosol di particelle radioattive. Poiché non attraversa la barriera emato-encefalica integra, il 99mTc-DTPA è stato precedentemente utilizzato per valutare la perfusione cerebrale mediante acquisizioni dinamiche planari nei primi 60-120 secondi dopo l’iniezione di un bolo endovenoso contenente fino a 740 MBq e per valutare l’integrità della barriera emato-encefalica mediante acquisizioni statiche tardive, circa un’ora dopo l’iniezione, sebbene siano ora disponibili radiofarmaci più adatti a questo scopo.

Il kit liofilo contiene, oltre al principio attivo DTPA, cloruro stannoso, acido gentisico e cloruro di sodio, necessari per ottenere la marcatura ottimale. Per la preparazione, si aggiunge all’ampolla la quantità appropriata di 99mTcO4 (massimo 11,1 GBq) in 2-10 mL di eluato e si agita fino a completa dissoluzione del contenuto. Successivamente, si consiglia un’incubazione a temperatura ambiente di circa 15 minuti. Dopo la ricostituzione del liofilo, il risultato è una soluzione acquosa incolore, che può variare da limpida a leggermente opalescente. Il radiofarmaco così preparato rimane stabile per circa 8 ore dalla marcatura.

Il controllo di qualità per la purezza radiochimica viene effettuato mediante cromatografia su strato sottile, utilizzando strisce di fibra di vetro impregnate di gel di silice e solventi come il cloruro di sodio (soluzione fisiologica) o il metil-etil-chetone.

È importante notare che, quando le acquisizioni scintigrafiche devono essere prolungate a tempi che non sono compatibili con l’emivita relativamente breve del 99mTc (6 ore), il DTPA può essere marcato, per scopi diagnostici, anche con il 111In, che ha un’emivita fisica più lunga di 67,3 ore. Questa eventualità si verifica talvolta in alcuni studi sulla dinamica del liquido cerebrospinale, come nel caso della mieloscintigrafia, cisternoscintigrafia e ventricoloscintigrafia. Queste indagini sono volte a individuare ostruzioni al flusso del liquido cerebrospinale, perdite patologiche di liquido cefalorachidiano (come otorrea o rinorrea), cisti aracnoidali o poro-encefaliche e a valutare la funzionalità degli shunt impiantati per la derivazione del liquido cefalorachidiano, ad esempio nella cavità peritoneale.

Per questi esami, il radiofarmaco viene somministrato tramite iniezione intratecale (lombare o suboccipitale). Nel caso in cui venga utilizzato il 99mTc-DTPA (per indagini a breve termine, come la valutazione della funzionalità degli shunt di derivazione del liquido cefalorachidiano), la dose somministrata negli adulti è di circa 200 MBq, mentre nei bambini la quantità è ridotta in base al peso corporeo (3 MBq per kg di peso corporeo).

Fonte: Fondamenti di medicina nucleare. Tecniche e applicazioni.

Di Raffo

Ciao a tutti, mi chiamo Raffaele Cocomazzi e sono il cofondatore di BMScience. Sono appassionato di Scienza, Medicina, Chimica e Tecnologia. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Foggia e attualmente specializzando in Medicina Nucleare presso l'Alma Mater Studiorum (Università di Bologna). Per contattarmi o maggiori informazioni seguimi sui vari social.